Tra le attività che portano alla corretta valutazione dei rischi che derivano dalla esposizione ad uno degli agenti fisici, il datore di lavoro pone in un piano primario il calcolo dei livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono sottoposti i lavoratori. La valutazione deve portare ad una corretta conoscenza dei valori di azione per controllare se questi sono superati o no. I valori di azione sono stabiliti dalla legge. Il Legislatore ha considerato con tale entità dei parametri direttamente misurabili espressi in termini di intensità, densità, induzione che riescono a determinare i rispettivi valori limite di esposizione. Si parla di un agente presente ma invisibile, impalpabile. Durante le attività di valutazione dei rischi il datore di lavoro deve misurare il livello, lo spettro di frequenza, la durata ed il tipo di esposizione, i valori limite e di azione, gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori e la presenza o meno di soggetti particolarmente sensibili per motivi personali.
Proprio per la possibile presenza di personale sensibile, la valutazione degli effetti sulla salute comprende qualunque effetto l’esposizione possa avere. Va valutato ogni caso, ad esempio l’interferenza che si può creare con dispositivi medici elettronici come gli stimolatori cardiaci o altri dispositivi impiantati nel corpo umano. A parte la presenza di particolari esigenze di protezione dovute a particolari situazioni personali, l’analisi dei rischi coinvolge tutta la popolazione aziendale ad esempio per il rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici in campi magnetici statici fino ad un certo valore o il rischio di incendi ed esplosioni dovute all’accensione di materiali infiammabili provocata dall’innesco di scintille prodotte da campi indotti, correnti di contatto o scariche elettriche. In presenza di valori elevati, di personale sensibile o di rischio valutato medio alto, il datore di lavoro deve prendere in seria considerazione l’utilizzo di attrezzature alternative che hanno l’effetto di ridurre i livelli o considerare la possibilità di adattare l’ambiente di lavoro al fine di ridurre l’esposizione. Gli effetti all’esposizione ad un agente così insidioso perché invisibile, si controllano e misurano anche valutando nel tempo i risultati della sorveglianza sanitaria di una particolare realtà messi a confronto con le conoscenze scientifiche sul punto.
Cristiana Scappaticci