Esistono due tipi di luce: naturale ed artificiale. Il Legislatore del 2008 non ha trascurato l’importanza dell’impatto che questa, nella sua sola forma artificiale, ha sul corpo umano. La disciplina di cui andremo ad analizzarne i concetti principali e basilari non comprende la luce generata naturalmente dal sole. Il più grande dono di Dio, la calda luce del sole, paragonata spesso nella storia dell’uomo a Dio stesso, non viene messo in discussione, la vita sulla terra dipende interamente da esso. Quello che appare una condizione alla quale l’uomo sembrerebbe essere abituato ormai da tanto tempo, l’esposizione alla luce artificialmente creata dall’uomo, viene valutato nei suoi effetti in relazione ai tempi di esposizione e all’intensità di irradiazione. L’espressione normativa parla di radiazioni ottiche artificiali. Non a caso il Legislatore utilizza questa espressione, il termine radiazione indica di fatto un fenomeno che ha una fonte principale ed arriva ad un effetto finale.
Ridurre un fenomeno ampio come quello della luce artificiale e dei suoi effetti a pochi articoli, dal 213 al 218, è da considerarsi un lavoro immane eppure il Legislatore ha raggiunto il traguardo della chiarezza e della completezza. In pochi tratti riesce, pur nello sforzo di raggiungere la comprensibilità necessaria per far sì che il dettato normativo sia alla portata di tutti, anche dei meno tecnici, a definire fenomeni fisici di elevata scientificità. Innanzitutto prende in considerazione qualsiasi radiazione elettromagnetica ottica di tipo artificiale e ne individua una prima differenza: di tipo coerente ad esempio il laser nel senso che il raggio di luce porta con sè tutta l’energia emessa in una unica direzione, e di tipo incoerente laddove il raggio è diffuso in più direzioni. Per ognuno di questo due tipi è prevista una disciplina. L’esposizione dei lavoratori al raggio laser e la loro protezione dai rischi da questo generati sottostà ad una disciplina particolare. Nel Testo Unico si definiscono come radiazioni ottiche le radiazioni elettromagnetiche che a seconda della lunghezza d’onda si suddividono in: radiazioni ultraviolette suddivise in bande UVA, UVB e UVC, radiazioni visibili e radiazioni infrarosse suddivise in IRA, IRB e IRC. Ognuno di questi fenomeni, nei pochi articoli dedicati, viene analizzato e disciplinato in modo esaustivo. Negli incontri che seguiranno proveremo a scoprirne di più.
Cristiana Scappaticci