Ciò che sembra far parte della vita di tutti i giorni in modo talmente integrante e imprescindibile da non curarsene più, il rumore, diventa, nell’ambito della sicurezza sul lavoro, una componente del luogo dove si svolgono le mansioni lavorative da considerare, da parte del datore di lavoro, con la dovuta oculatezza. Il rumore, infatti, è uno degli agenti fisici più comuni e diffusi. L’esposizione ad esso, durante la prestazione dell’attività lavorativa, espone i lavoratori ad alcuni rischi per l’udito, infatti, una esposizione più o meno prolungata può causare effetti negativi multipli e progressivi fino all’insorgenza dell’ipoacusia. Gli effetti prodotti da un tale tipo di esposizione possono essere di natura psicologica come l’insonnia, l’abbassamento della capacità di concentrazione e la propensione all’irritabilità e di natura fisica come l’abbassamento della soglia uditiva, temporaneo o permanente, ma anche nausea o dolore, se il rumore è elevato.
Non è da sottovalutare anche il fatto che, in un ambiente con una considerevole esposizione al rumore, la comunicazione interpersonale risulta oggettivamente più difficile con l’immediata conseguenza di possibili incomprensioni nella corretta esecuzione dei lavori che possono generare altri rischi oltre quelli presenti nel luogo di lavoro. Il primo passo che il datore deve necessariamente compiere è una corretta valutazione del rischio. Innanzitutto verificare il tipo e la durata dell’esposizione nonché il livello, i valori limite di esposizione e i valori di azione come determinati dal Legislatore nel Testo Unico all’art. 189. Deve valutare se l’esposizione è costante o variabile a seconda delle lavorazioni di giorno in giorno o settimanalmente, se il rumore è oscillante con picchi di acutezza o è di tipo impulsivo o se è soggetto ad una elevata fluttuazione. Ha l’obbligo comunque in ognuno di questi casi di porre in atto tutte le misure per diminuirne il più possibile l’esposizione. Nella valutazione deve tener conto soprattutto degli effetti sulla salute e sulla sicurezza sia diretti che indiretti (per fare un esempio deve evitare l’interazione del rumore con i suoni necessari al fine di ridurre il rischio di infortuni come può essere la sovrapposizione di un rumore al fischio di una sirena che avverte di un imminente pericolo). Deve ottenere tutte le informazioni necessarie dai costruttori delle attrezzature da lavoro e considerare l’eventualità di adottare attrezzature alternative che espongano meno all’agente fisico. In ogni caso è dovere del datore di lavoro mettere a disposizione dei lavoratori tutti i dispositivi di protezione individuali necessari al fine di ridurre il più possibile l’esposizione al rumore. È obbligatoria la formazione dei lavoratori sul corretto utilizzo delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuali ed è allo stesso modo obbligatoria l’informazione rivolta a chiunque sia presente sul luogo di lavoro dell’esistenza dell’agente fisico e delle modalità di protezione dall’esposizione.
Cristiana Scappaticci