Il Consigliere regionale Nunzia Lattanzio interviene sulla polemica dell’articolo 7 ed illustra una proposta di legge sulla violenza di genere.
L’articolo 7, L.R. 3 giugno 2002, fu introdotto dal legislatore regionale per scopi costituzionalmente validi. Al comme 2 recita: ” il fondo potrà essere utilizzato per la stipula di contratti privatistici a termine, per collaborazione, per fornitura di servizi specifici occorrenti e per l’assistenza ai consilgieri”, ora il problema non è l’esistenza o meno di questo articolo ma piuttosto l’uso improprio che ne viene fatto. A tal riguardo ne abbiamo parlato con il Consigliere regionale Nunzia Lattanzio (Udeur) che a quanto da noi constatato ha messo in pratica legalmente questo articolo, e qui ci viene spontanea una domanda: quanti altri Consiglieri regionali hanno fatto lo stesso?
Consigliere Lattanzio lei è intervenuta in merito alla polemica sviluppatasi ultimamente sull’articolo 7.
“Ho verificato sulla mia ultima busta paga che il capitolo articolo 7 non è stato liquidato, non abbiamo avuto nessuna indicazione utile a chiarire la posizione amministrativa e legislativa da assumere. Sono intervenuta in merito alla questione in quanto fin dalla mia entrata nel ruolo da Consigliere regionale ho proceduto nella contrattualizzazione, in forma privatistica, di tre figure professionali, utili ad affiacare, così come vuole la legge, e supporatre l’attività del consigliere regionale”.
Questo ruolo viene definito “portaborse” ma in realtà come ci diceva è di supporto all’attività amministrativa. Come si coniuga all’interno di un ufficio?
“Credo che innanzitutto vada distinta l’attività del gruppo politico, che è identificabile atraverso una precisa provenineza politica, da quella del Consigliere regionale, che all’interno di un gruppo conserva una propria identità, e proprio attraverso questa legge e questo articolo può rafforzare la sua attività amminsitrativa. Naturalmente l’articolo 7 per sua natura è positivo, chiaramente è l’uso distorto che se ne è fatto per tanti anni che ha destato nei cittadini e nell’opinione pubblica malumori e malesseri significativi. Si parla dei tagli dei costi della politica però poi si chiede anche alla stessa politica di dare lavoro e se questo articolo può consentire a circa 63 giovani laureati o con una specifica formazione nel contesto amministrativo – giuridico non va demonizzato ma sicuramente si deve condannare la mancanza di trasparenza dell’utilizzo del fondo. Facendo un’approfondita ricerca normativa ho rilevato che anche presso il Parlamento italiano la rendicondazione solo di recente avviene al 50% mentre la Comunità Europea suggerisce un’unica tipologia contrattuale con griglia salariale definita. Credo che in questo modo si possa superare definitivamente qualsiasi interpretazione soggettiva di una norma che nasce su un indirizzo positivo da parte del legislatore regionale, è l’uso che se ne fa che non è condivisibile”.
Consigliere agli occhi del cittadino, soprattutto ultimamente, i politici sono tutti uguali. In realtà le funzioni della Giunta sono diverse da quelle del Consiglio.
“Il ruolo tra gli appartenenti ai due organi è completamente distinto. Intanto è il voto popolare che elegge il Presidente della Regione e il Consiglio regionale, che devono svolgere il proprio ruolo in modo equilibrato e con un giusto bilanciamento dei poteri ricnosciuti dalla nostra Costituzione. Il presidente eletto dal popolo ha tra le sue funzioni anche qualle di poter individuare delle figure da poter inserire nel suo esecutivo. Ho notato che l’attuale assetto governativo – politico istituzionale del Molise ha in realtà determinato uno sbilanciamento tra le due figure. Il ridimensionamento del ruolo del Consiglio e le seppur condivisibili sforbiciate a cui assistiamo negli ultimi mesi, l’assegnazione di numerose deleghe a 6 consiglieri regionali, la presenza in Consiglio di 3 consiglieri componenti l’esecutivo, tutto ciò tende a deprivare nell’autonomia e nella propria funzione il Consiglio regionale. Appaiono minate le prerogative dell’Assise più alta del Molise. La riduzione dei costi della politica in seno alla Giunta regionale, con estrema franchezza, in questo contesto di pubblica denuncia permanente non ha ricevuto la stessa attenzione riservata all’Assemblea regionale.itengo che in questo particolare periodo storico, in cui si accentuano le caratteristiche personalizzanti della rappresentanza politica, sia quanto mai importante un’azione di riequilibrio tra le due figure istituzionali, Presidente e Consiglio regionale, poiché entrambe traggono legittimazione democratica dalla stessa fonte: il voto popolare”.
Quindi si auspica un maggiore “potere” di controllo riservato al Consiglio Regionale?
“Certamente si è nella natura istitutiva del Consiglio regionale avere il compito di monitorare l’attività che si svolge”.
Consigliere, cambiando discorso, lei è amministrativamente molto attiva, tanto da aver presentato ai Consigliere una proposta di contrasto alla violenza di genere.
“Tutte le anime politiche regionali hanno inteso sottoscrivere una porposta di legge di prevenzione e contrasto alla violenza di genere su mia iniziativa e ne sono molto contenta, è un traguardo importante. Questa proposta apre uno spiraglio anche significativo in questo momento in cui la politica sembra essere assente, pensare che davanti a diritti importanti, spesso violati la politica fa squadra e intesse una rete fitta di iniziative utili individuando risorse per poter contrastare la privazione di un diritto è un segnale importante”.
Un passo importante sarà quello di aiutare le donne a denunciare.
“ Effettivamente va pensato un percorso di sensibilizzazione, fornendo elementi e strumenti di sicurezza, di tutela. Quando un cittadino ipotizza la non possibilità di essere protetto da un sistema sociale, politico, amministrativo c’è la chiusura in se stessi.Già dai primi segnali la donna dovrebbe attivare le procedure di allarme. Per quanto riguarda i bambini è chiaro che abbiamo uìindividuato tutti gli strumenti utili per proteggerli. Il concetto che va amplificato è che la violenza di genere è soprattutto un problema di tipo culturale , attività e forme di intervento soltanto repressive non sono sufficienti è necessario sviluppare nel nostro sistema regione un discorso culturale ampio”.
MDL