La parola al direttore della Biblioteca Provinciale di Campobasso Albino , Vincenzo Lombardi.
In una nota stampa il Consigliere regionale Filippo Monaco annunciava la possibilità di un “riordino del sistema bibliotecario regionale”, con qualche espressione poco felice. Ci siamo chiesti se già non esistesse in Regione una legge che regolasse il settore e quale è lo stato attuale. Ne abbiamo parlato con il direttore della Biblioteca Provinciale di Campobasso Albino , Vincenzo Lombardi, che ci fa un riepilogo esemplificativo della situazione bibliotecaria nella nostra regione.
Direttore Lombardi esiste una legge che regola il sistema bibliotecario regionale e quale è lo stato attuale della Biblioteca Provinciale Albino?
“La legge 37 dell’80 regola il sistema bibliotecario territoriale. Dal 2009 questa legge non è stata più finanziata per cui tutte le attività del settore che fanno capo alla regione non sono state più sostenute. Le attività del settore provengono da alcune deleghe che lo Stato ha fatto alle Regioni in virtù del vecchio art 17 della Costituzione ha assegnato il settore a questo Ente, ossia il settore bibliografico è stato delegato alle Regioni. Di conseguenza tante regioni hanno istitutuito le Sopraintendenza Bibliografica, tranne che in Molise. Questa legge fra l’altro è rimasta ferma e non è mai stata aggiornata. La Biblioteca Albino è stata istituita nel 1861 ed ha rappresentato e rappresenta la Biblioteca pubblica del Molise, è un pezzo storico. Non è solo la biblioteca più antica ma anche quella più importante del territorio. Forse non tutti ricordano che questa nasce come Biblioteca molisana , quindi con una vocazione territoriale, oggi diremmo regionale. Ovviamente ci sono tante altre realtà che non essendo state sostenute e non avendo avuto il supporto di una politica giusta per il settore vivono situazioni problematiche”.
Per cui un intervento nel settore sarebbe auspicabile?
“Apprendo con grande piacere che, finalmente, anche in Molise si avverta l’esigenza di mettere mano al sistema bibliotecario territoriale. Problemaile e necessario, io spero che che da decenni e quasi quotidianamente faccio presente ai politici di turno. Un intervento è auspicabile e necessario, io spero che rinnovare e mettere a posto le cose non prescinda da ciò che di buono c’è, oltre al patrimonio ci sono molte professionalità che operano e i servizi sono sotto gli occhi di tutti. Spero che le competenze, la rete di relazioni e di servizi, in questo nuovo quadro possano trovare lo spazio che meritano”.
Quindi le professionalità ci sono?
“ Assolutamente si. L’associazione Nazionale delle Biblioteche, a cui l’Albino aderisce ha fatto si che venisse riconosciuto un albo dei Bibliotecari. In Molise non esiste solo l’AIB, peraltro associazione che raccoglie pochi iscritti, ma biblioteche storiche, come la biblioteca Albino che ho l’onore di dirigere , e tanti bibliotecari non aderenti ad una associazione che in Molise ha prodotto negli ultimi tempi l’allontanamento di tanti professionisti ed operatori. L’analisi sullo stato dell’arte è assolutamente condivisibile, così come le cause che l’hanno prodotta. E’ solo grazie al lavoro instancabile di chi opera quotidianamente presso le biblioteche pubbliche al servizio degli utenti reali e potenziali che la situazione non è peggiore di quanto ora si possa rilevare. E’ quindi a mio avviso è fortemente offensivo della dignità professionale (e qui mi riferisco a tutti gli operatori della Biblioteca Albino per i quali sento il dovere di doverli tutelare ) dichiarare quando si afferma che <<il personale è privo di formazione professionale e di aggiornamento professionale costante>> e che i <<patrimoni documentari sono spesso non aggiornati o costituiti senza una corretta politica di sviluppo delle raccolte>>. Io non sono più iscritto all’AIB ma cosa pregiudica questa decisione? Il percorso di studi, aggiornamenti ed esperienza lavorativa non vengono cancellati! Faccio presente che oltre ad essere una biblioteca storica alla Albino fa capo una rete di 15 biblioteche attive più altre che stanno per diventare operative, come ad esempio la biblioteca dell’Archivio di Stato di Isernia o quella della Soprintendenza regionale, oltre a quelle di alcuni comuni”.
Dunque secondo lei, in una ipotesi, al momento, di riorganizzazione del settore è importante includere anche il parere degli addetti ai lavori?
“ Se qualcuno si vuole realmente occupare del “futuro delle biblioteche provinciali e comunali”, credo che almeno in prima battuta debba sentire, per la parte di interesse, chi si occupa della biblioteca pubblica più antica di questa regione. Il mio iter professionale e formativo, così come quello di altri bibliotecari, è disponibile in rete; le attività che la Biblioteca Albino svolge sono sotto gli occhi di tutti, spesso anche contrastate da chi dovrebbe invece sostenerle; gli utenti della biblioteca possono essere consultati per avere un giudizio. Ritengo che non si debba e non si possa trattare il lavoro, l’impegno professionale, le competenze di tante persone con leggerezza. Presso questa biblioteca si recano circa 35.000 utenti l’anno e il catalogo on-line viene sfogliato per circa 3.500.000 pagine l’anno. In ogni caso, come sempre da 153 anni, la biblioteca Albino resta a disposizione di chi voglia ascoltarla. Rispondo alla sua domanda dicendo che non dipende da noi e non è obbligatorio da parte delle Istituzioni, certo penso che se come addetti ai lavori verremo interpellati saremo lieti di poter collaborare, sia noi della Albino che di altri istituti presenti in Regione”.
Per chiudere vuole fare un appello alle istituzioni provinciali e regionali?
“ Il mio è un appello seplice, forse scontato. Ritengo, anche con un pizzico d’orgoglio, in quanto sono direttore di questa biblioteca da 16 anni, insieme al personale interno, alle cooperative, significativo che grazie a questa squadra abbiamo portato a regime una biblioteca di buon livello. Certo i problemi ci sono, ma dipende anche dalle risorse. Per il Molise questa biblioteca rappresenta un valore storico, di servizio, patrimoniale, di competenza, anche di legami affettivi, credo che questo valore vada salvaguardato e valorizzato”.
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