L’allevamento di ovini e bovini, praticato su larga scala in vaste aree dell’Appennino abruzzese e molisano, è stato, fino a molti anni orsono, uno dei capisaldi dell’economia regionale e, soprattutto nelle zone montane, una delle principali attività economiche di gran parte della popolazione. Le condizioni geomorfologiche e climatiche, prevalentemente montuosità e clima rigido nel periodo invernale, hanno fatto assumere all’industria armenti zia il carattere di allevamento transumante, basato sullo spostamento delle greggi dai pascoli dell’Appennino e quelli complementari del Tavoliere delle Puglie nel periodo invernale e viceversa nel periodo estivo. Il trasferimento periodico, effettuato a piedi, avveniva lungo percorsi ben definiti, I Tratturi, i quali si sono mantenuti pressoché immutati nel tempo a causa sia della morfologia del territorio che del carattere estremamente conservatore della cultura pastorale.
La fitta rete tratturale è composta da tratturi, tratturelli e bracci denominati in base ai centri posti alle due estremità del percorso. I Tratturi sono stati dismessi, ormai da tempo come vie di comunicazione, in parte soppressi mediante alienazione con la legge n° 746 del 1908 che, degli 83 esistenti ne ha conservato solo quattro ritenuti di importanza nazionale: 1) Aquila – Foggia 2) Celano – Foggia 3) Castel di Sangro – Lucera 4) Pescasseroli – Candela.
L’antichità e la persistenza nel tempo dei percorsi della transumanza sono documentate dalla frequente coincidenza di essi con viae publicae e calles romane che, a loro volta, perpetuano tracciati naturali usati già in epoche anteriori (età sannitica) alla conquista romana nel nostro territorio. Ad esempio l’attuale tratturo Aquila – Foggia segue, infatti, quasi fedelmente, fin verso Navelli, l’antico tracciato della via Claudia Nova, mentre il Celano – Foggia si sovrappone, fin verso Collarmenle, alla via Valeria; l’antica via Minucia, che più tardi diventerà la via degli Abruzzi e percorso di vitale importanza tra per i collegamenti e per i commerci tra l’Aquila e Napoli, è ricalcata dal tratturo Celano – Foggia, nel tratto tra Sulmona e Alfedena e dal Pescasseroli – Candela nel tratto nel segmento Alfedena – Sepino.
Dal 1976 la rete tratturale del Molise è posta sotto la tutela del Ministero per i benie le attività culturali in quanto “importante monumento della storia economica e sociale di quei territori interessati dalle migrazioni stagionali degli armenti”. Oggi i tratturi hanno riconquistato l’attenzione che meritano entrando a far parte del progetto APE (Appennino Parco d’Europa) che prevede la riscoperta e la valorizzazione di sentieri naturalistici che caratterizzano anche la nostra Regione.
Isabella Muccilli