Nella nostra regione, negli ultimi tempi, sembra avanzare un rinato interesse per le attività “culturali”, ma non sempre in maniera positiva. Tutti i molisani concordano la nostra regione è poco conosciuta, o sarebbe meglio dire è sconosciuta, sia dal punto di vista geografico che storico, è bisognerebbe farsi una domanda: perchè? Le risposte sarebbero tante e variabili, quella che mi sovviene più spesso ultimamente è questa “ non si vuole far conoscere”. Il Molise è uno scrigno pieno di ricchezze, dall’ambiente, ai prodotti, alle tradizioni, alle eccellenze culturali e storiche, ma è chiuso, e resta chiuso. Sempre più spesso si criticano le “sagre”, o varianti, soprattutto nel periodo estivo, dove sembrano fiorire ad ogni angolo, con una grandissima affluenza di persone, certo non tutte sono finanziate dagli organi istituzionali, molte sono autogestite anche finanziariamente dalle associazioni, ma la maggior parte di questi eventi, quelli cioè ritenuti di serie A, può usufruire di fondi pubblici. A discapito di chi? Dei molisani, a vantaggio di chi? Di pochi.
Quanti molisani conoscono i cortei storici del Molise? Quanti sanni che ognuno di loro racconta una parte delle nostre origini, attraverso ricerche, ricostruzioni di ambienti, di abiti, di scenografie, dai Sanniti, passando al Medioevo e arrivando al novecento? Quanti molisani conoscono i gruppi Folkloristici che custodiscono gli usi e i costumi dei nostri avi, che partecipano a festival internazionali? Che hanno ricevuto riconoscimenti e trofei a livello nazionale , e non solo? Quanti molisani sanno che circa l’80% dei nostri borghi conservano intatto il Medioevo, e sono ultimamente oggetto delle attenzioni di storici e studiosi a livello nazionale ed internazionale? Che nuove ed entusiasmanti ricerche stanno portando alla luce tesori nascosti? Esiste anche un’orchestra regionale…. almeno fino ad oggi, oltre alla Associazioni corali e teatrali, conosciute sempre al di fuori dei confini regionali.
Vi sembra poco per una regione piccola come la nostra? Ebbene mancano ancora la montagna, la costa, i prodotti, l’artigianato! Quanta roba, eppure siamo visti agli occhi del mondo come una regione insignificante! D’altra parte quanti molisani partono durante l’anno per visitare le cosiddette città storiche? Per andare ad assistere ad una manifestazione musicale o teatrale fuori regione? Quanti applaudono ogni estate i gruppi folkloristici che arrivano dai paesi europei, ignorando che di propri ne ha tanti ed altrettanto validi? E quando gli viene chiesto da dove arrivano, quasi con vergogna rispondono dal Molise! Ci sorprendiamo e riempiano il petto d’orgoglio quando i turisti che visitano il Molise ne tessono le lodi, ma poi cosa facciamo? Niente.
Quest’estate ho deciso di trascorrere le mie vacanze in Molise, scelta impopolare per molti, ma ho approfondito la conoscenza di tante tradizioni, di tanti “artisti” nostrani, della storia di molti borghi, il risultato? Ho scoperto una regione e i suoi abitanti. Ho avuto modo di parlare con emigranti molisani che, con le lacrime agli occhi, ricordavano la loro adolescenza in Molise, e << gli ambasciatori molisani nel Mondo, – come loro stessi mi hanno sottolineato – non sono i politici, sono i molisani stessi, sono i gruppi delle “pacchiane”, >> che in molti snobbano, sono i cantori e musicisti popolari, che vengono accolti dappertutto a braccia aperte.
Non manca la delusione verso la classe politica, in generale, che parla di rilancio del turismo, dei prodotti e dell’artigianato, belle parole ma i fatti concreti dove sono? Rilanciare vuol dire investire certo, ma investire sulla disocuppazione giovanile con il Turismo visto con un’ottica imprenditoriale forse non sarebbe una cattiva idea. Molte regioni e non solo italiane ne hanno fatto un business, ne hanno fatto la loro fortuna, come mai quando si parla di una possibilità del genere in Molise si viene guardati come un extraterreste?
Quanti paesi stanno risentendo dello spopolamento, quante case vengono chiuse e abbandonate, quanti alberghi diffusi o bread and breakfast potrebbero nascere? Investire fondi nella cultura e nel turismo non vuol dire organizzare lo spettacolino, la sagra o pubblicare libri fotografici, vuol dire formare i giovani a saper accogliere il turista, a saper raccontare la storia dei propri paesi, aiutare gli artigiani a non scomparire ma a poter proporre i propri prodotti, saper presentare i prodotti tipici rimarcandone le genuinità e la qualità, offrire musica, teatro e folklore nostrano, intraprendere rapporti di collaborazione e scambi culturali con altre regioni o nazioni. Il Molise è in apprensione perchè si rischia la chiusura del Teatro Savoia? Un pezzo di storia sicuramente, ma la responsabilità non è certo dei cittadini molisani…Non dimentichiamoci le minoranze linguistiche, già anche tradizioni di origine albanese e croata convivono con le tradizioni molisane.
Certo, questo è solo il mio pensiero e forse il sogno che anche la mia terra possa un giorno evolversi in questa direzione, però, e ne sono felice, è un sogno che molte altre persone stanno condividendo, nonostante l’avversione dei soliti noti che preferirebbero mantenere il predominio in ambito “culturale”, ma non per fare cultura il loro scopo è ben diverso, e per quanto riguarda le Istituzioni per fortuna c’è chi condivide questo pensiero, come dire non fare mai di tutta l’erba un fascio! Sono fiduciosa, qualcosa si sta muovendo, non è forse vero che l’Araba Fenice rinasceva dalle sue ceneri? E’ il Momento che il Molise, ma soprattutto i molisani rinascano e con orgoglio mostrino il loro valore, in fondo i Sanniti erano un popolo di pastori e contadini per necessità ma pur sempre guerrieri!
Mariateresa Di Lallo