La Commissione europea nella sua ultima seduta ha presentato una proposta di legge che impone agli Stati membri di ridurre l’uso delle buste di plastica in materiale leggero, meno riutilizzate rispetto a quelle di uso corrente e quindi più a rischio “usa e getta”. Il tutto in considerazione che annualmente su tutto il territorio dell’Unione più di otto miliardi di sacchetti finiscono tra i rifiuti, causando enormi danni all’ambiente, tant’è che dalle stime è emerso che nel 2010 siano stati immessi nel mercato dell’UE 98,6 miliardi di sacchetti di plastica, ossia 198 per ogni cittadino. A pagarne le spesse sono soprattutto i mari, e in particolare pesci e uccelli che inghiottono inconsapevolmente particelle di plastica alquanto dannose.
Ora la questione passa direttamente ai singoli Stati che dovranno decidere che tipo di misure adottare, ad esempio strumenti economici come imposte e prelievi, oppure obiettivi nazionali di riduzione e restrizioni alla commercializzazione. Soddisfatto ma anche preoccupato Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, che al termine della riunione ha dichiarato. “Ci siamo mossi per risolvere un gravissimo problema ambientale che è sotto gli occhi di tutti. Con l’impegno di tutti gli Stati sarebbe possibile ridurne il consumo anche dell’80 %. Alcuni Stati membri hanno già raggiunto grandi risultati.” A fare da sparring a quanto adottato dai vertici di Bruxelles anche una consultazione pubblica che ha messo in evidenza come nove europei su dieci ritengono che la perdita di biodiversità è un problema da affrontare e risolvere, e in base al nuovo Eurobarometro Flash, il 38 % degli intervistati afferma di fare uno sforzo personale per proteggere la biodiversità. Parola che purtroppo molti ignorano, a causa gli interessi economici che spingono a disattendere alle normative emanate in materia ambientale che, ogni anno, è costretta a soccombere tanto da creare distonie al sistema sempre più compromesso, sempre più in degrado.
Massimo Dalla Torre