“Ci dicano la verità, cosa ne sarà del nostro futuro e della Fondazione?”

licenziati cattolicaUna delegazione dei 45 dipendenti che ha ricevuto la lettera di licenziamento esprime preoccupazione sul futuro proprio e della stessa struttura
L’attenzione sulla questione sanità molisana resta alta, soprattutto in questo periodo, questo è l’ultimo mese “ di vita” se così possiamo dire per il lavoro dei 45 dipendenti che sono stati raggiunti dalle lettere di licenziamento della Fondazione, ex Cattolica di Campobasso. Incontrando una delegazione, di cui per il rispetto alla privacy non diciamo i nomi, ci appare ancora più forte la disperazione e la delusione, che traspare dai loro occhi e dalle loro parole.

Personale, alle dipendenze della Cattolica prima e Fondazione poi, a tempo indeterminato, personale qualificato tanto da assistere in sala operatoria medici ed operazioni ad alto rischio, personale che non si è risparmiato quando gli è stato chiesto di prolungare l’orario di lavoro  e nel momento in cui ha ricevuto la lettera di licenziamento, seppure con un peso e con una grande preoccupazione, ha continuato, anzi continua diligentemente a lavorare, sapendo bene che tutto ciò che sta accadendo, oltre che sulla propria vita, si riflette su quella dei malati.

La motivazione dei licenziamenti, come già ampiamento detto, è l’”esubero del personale”, ed in effetti, stando ai conti del CdA della Fondazione sembrerebbe vero, ma attenzione sembrerebbe, perchè in effetti non tutte le unità lavorative sono in opera, bisognerebbe aggiornare questi conti togliendo le mobilità, le unità mediche che non vengono più in Molise da fuori regione, le unità che erano impegnate nella Ricerca, e vedere effettivamente quante unità lavorative in sede sono rimaste. Un altro aspetto importante è capire la qualifica dei 45 licenziati, a quanto sembra buona parte è personale specializzato di sala operatoria, togliendo loro cosa succederrebbe? Non si opera più o si improvvisa? Chi prenderà il loro posto?  E come si fa a scegliere chi licenziare e chi no? In tali casi si toglie l’esubero, ma non quello produttivo, caso mai figure doppione o che in una struttura sanitaria forse non servono… Queste persone, che la possibilità di un lavoro a tempo indeterminato ha permesso di fare progetti per il futuro, assistono ogni giorno, come loro stessi  dichiarano, ad un tira e molla tra Fondazione e Regione, ma a loro poco interessa degli aspetti “burocratici” ciò che chiedono è trasparenza, chiarezza e risposte. 

Praticamente abbiamo creduto ed  investito il nostro futuro in quello che doveva essere un centro dell’eccellenza del Molise e del centro sud. Cosa ne è stato di questo progetto? Cosa ne sarà del nostro futuro? Il rammarico è quello che fino a pochi mesi fa non avevamo capito cosa si stesse facendo, anche oggi non abbiamo ben chiaro il passaggio da Cattolica a Fondazione, nel senso a parte la denominazione, ma poi i fini sembrano essere gli stessi, dei dipendenti cose se ne vuole fare?” Molti di loro sono rassegnati, alcuni si colpevolizzano per non essere stati attenti ad un passaggio fondamentale, che oggi sembra essere il perno della situazione, ossia il passaggio da Cattolica a Fondazione, ma in quel caso i Sindacati dovevano vigilare e magari porre un freno prima. La sensazione comune, quella che la rassegnazione detta, è che si volglia chiudere la struttura, quella stessa nata come “ eccellenza sanitaria”, ed a poco a poco si sta assistendo ad una lenta agonia. Un incontro è stato fatto con monsignor Bregantini, che qualche anno fa fu artefice di una marcia su Campobasso per salvare la Cattolica, l’alto prelato si è detto disponibile a capire, in un momento di caos, quale potrebbe essere individuata come possibile soluzione, anche momentanea, a partire dal famoso “ accordo di  solidarietà”, che ultimamente la Fondazione ha deciso di non prenderlo più in considerazione.

Il referendum è stato formulato con un patto di futura restituzione, poi all’improvviso il CdA decide che non vogliono più accettarlo. Perche? La garanzia della Regione era stata chiesta per i lavoratori e non per il CdA . Sappiamo che le professionalità hanno una gradualità , ma a noi oggi non è stato applicato nemmeno lo scatto di fascia annuale, e parliamo di cinque anni. Qui ci viene il dubbio che non si è voluto investire sul personale. Credono che licenziando gli inferieri si risana il debito della struttura? Ormai non ci rimane che rivolgerci ala Papa!”.  Anche se è cambiata la denominazione da Cattolica a Fondazione restano l’ispirazione cattolica e le finalità. Fatto sta che il 31 ottobre questi 45 professionisti, se non cambia nulla, non entreranno più alla Fondazione ma intanto anche se una flebile speranza ancora aleggia nell’aria non si arrendono e promettono di lottare fino alla fine, per difendere un diritto : quello del lavoro.
MDL

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