Biologici, Dop ma soprattutto equo e solidali. Questi sono, i tratti distintivi dei pasti che sono serviti nelle scuole del Paese. Pasti sempre meno dannosi per l’ambiente e più sani per chi li consuma. Il tutto in considerazione che in Italia le mense “sostenibili” sono aumentate in cinque anni del 50% con pasti che toccano 1,2 milioni, ossia quasi la metà di quelli distribuiti. A rilevarlo la ricerca Nomisma/Pentapolis sulla ristorazione sostenibile nelle scuole “Mens(a)Sana 2013” che è stata presentata nei giorni scorsi Roma. Unico dato negativo sul fronte rifiuti, troppo usa e getta per piatti, coltelli e forchette tant’è che ogni alunno produce giornalmente 50 grammi di rifiuti. Nello studio emerge che la scuola sta diventando il contesto più idoneo dove attivare le azioni concrete per la sostenibilità a partire dal cibo tant’è che il 38% delle amministrazioni ha attivato procedure di rilevazione degli avanzi e il 74% richiede alla ditta appaltatrice di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti.
A dare una spinta decisamente in avanti i men scolastici, che propongono prodotti biologici a denominazione di origine protetta tipici del territorio equo-solidali a cui bisogna associare il risparmio idrico e l’impatto delle bottiglie usa e getta. L’indagine che ha coinvolto 185 mense, ha rilevato che il 24% dei prodotti deriva da agricoltura convenzionale, mentre ben il 40% è ‘bio’, anche se la frequenza di distribuzione di prodotti sostenibili è molto differente tra le diverse aree del paese con percentuali altalenanti che scendono drasticamente al 5% al Sud, anche se il ”peso” sul menù è in media pari al 40% degli alimenti distribuiti, mentre nel settentrione tocca punte del 70%. Numeri che mostrano come l’Italia si sta avvicinando molto lentamente agli Stadrard’s Europei e questo per una realtà che si dice pronta ad affrontare la sfida del biologico è un dato negativo specialmente se a farne le spese, sono gli alunni di ogni ordine e grado fruitori delle mense scolastiche.
Biologici – Dop – equo solidali i pasti serviti nelle mense scolastiche dal Paesedi Massimo Dalla TorreBiologici, Dop ma soprattutto equo e solidali. Questi sono, i tratti distintivi dei pasti che sono serviti nelle scuole del Paese. Pasti sempre meno dannosi per l’ambiente e più sani per chi li consuma. Il tutto in considerazione che in Italia le mense “sostenibili” sono aumentate in cinque anni del 50% con pasti che toccano 1,2 milioni, ossia quasi la metà di quelli distribuiti. A rilevarlo la ricerca Nomisma/Pentapolis sulla ristorazione sostenibile nelle scuole “Mens(a)Sana 2013″ che è stata presentata nei giorni scorsi Roma. Unico dato negativo sul fronte rifiuti, troppo usa e getta per piatti, coltelli e forchette tant’è che ogni alunno produce giornalmente 50 grammi di rifiuti. Nello studio emerge che la scuola sta diventando il contesto più idoneo dove attivare le azioni concrete per la sostenibilità a partire dal cibo tant’è che il 38% delle amministrazioni ha attivato procedure di rilevazione degli avanzi e il 74% richiede alla ditta appaltatrice di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti. A dare una spinta decisamente in avanti i men scolastici, che propongono prodotti biologici a denominazione di origine protetta tipici del territorio equo-solidali a cui bisogna associare il risparmio idrico e l’impatto delle bottiglie usa e getta. L’indagine che ha coinvolto 185 mense, ha rilevato che il 24% dei prodotti deriva da agricoltura convenzionale, mentre ben il 40% è ‘bio’, anche se la frequenza di distribuzione di prodotti sostenibili è molto differente tra le diverse aree del paese con percentuali altalenanti che scendono drasticamente al 5% al Sud, anche se il ”peso” sul menù è in media pari al 40% degli alimenti distribuiti, mentre nel settentrione tocca punte del 70%. Numeri che mostrano come l’Italia si sta avvicinando molto lentamente agli Stadrard’s Europei e questo per una realtà che si dice pronta ad affrontare la sfida del biologico è un dato negativo specialmente se a farne le spese, sono gli alunni di ogni ordine e grado fruitori delle mense scolastiche. Massimo Dalla Torre