Il giovane ragazzo, originario di Montagano, sacrificò la sua vita per salvare i compagni di scuola. Il Presidente americano Eisenhawer gli concesse la cittadinanza onoraria e la Medaglia d’oro al valor civile. Quotidianamente leggiamo di degrado dei valori morali, episodi e comportamenti che sono il riflesso di una società deteriorata, impoverita e resa insensibile dalla mancanza di valori o ancor peggio dall’aver dato importanza a nuovi idoli frutto del consumismo e del falso successo. E’ così che si leggono i fatti squallidi di quattordicenni che si prostituiscono per una ricarica telefonica, di ragazzi che in gruppo vittimizzano propri coetanei, di giovani senza ideali con l’aspirazione ai provini tv.
Purtroppo è anche colpa dei cattivi esempi che oggi vogliamo oscurare raccontando la storia di eroismo che vede protagonista un ragazzo di quindici anni, nato a Montagano, che vogliamo contribuire a far conoscere perché lo merita e perché è utile imbattersi nei buoni sentimenti, in casi di altruismo dove a vincere è il senso di responsabilità portato fino al sacrificio estremo. Parliamo di Giovanni Minadeo ragazzo nato nel 1939 che a 11 anni emigra con la sua famiglia a Pittsburgh negli Stati Uniti. Con il papà Antonio e la mamma Rosa trovano casa in Hazelwood Avenue ed i quella stessa strada Giovanni frequenta la scuola elementare Gladstone. Storia di emigrazione e di sacrifici, ma Giovanni è intelligente ed ha un bel carattere, impara in fretta la nuova lingua, socializza con i suoi compagni e nel pomeriggio va a lavorare al mercato della frutta per aiutare economicamente la famiglia. Giovanni è sempre pronto ad aiutare gli altri a darsi da fare tanto da venire chiamato a far parte della Pattuglia di sicurezza della Scuola, la “ Patrol School” con il compito di vigilare sulla incolumità degli alunni all’ingresso ed all’uscita della scuola. Giovanni sa farsi voler bene dai suoi amici e nel settembre del 1954 viene addirittura nominato Capitano della pattuglia con tanto di consegna identificativa di fascia e distintivo. Ed arriviamo al tragico 7 ottobre del 1954, poco dopo le 3 del pomeriggio, all’uscita di scuola John sta assolvendo con attenzione al suo compito di sicurezza quando una macchina arriva senza controllo verso il gruppo di ragazzi. Alla guida un terrorizzato George King a cui la macchina non risponde più ai freni. La discesa aumenta la folle corsa della macchina, George King cerca di passare tra un auto ferma al semaforo ed il marciapiede, ed è proprio lì che si trovano i ragazzi. Riportiamo a questo punto quanto scritto da un quotidiano che in prima pagina dà la notizia. “Senza pensare alla propria incolumità, John Minadeo, eletto 15 giorni prima capitano della Pattuglia di Sicurezza, onora il suo impegno rischiando la sua vita per salvare quella dei suoi compagni. Si butta contro gli alunni più esposti ricacciandoli sul marciapiede. Almeno quattro ragazze, Betty Jean Gilliam, Suzanne Pearson, Ernestine Hollis e Gladys Allen , tutte ricoverate in ospedale per ferite più o meno gravi testimoniano che gli devono la vita. Un altro componente la pattuglia, William Bair, dice di aver visto John mentre spingeva diversi bambini verso il marciapiede. Non ce l’ha fatta a salvare l’alunna Ella Cornelious, e tanto meno se stesso. E’ deceduto per una frattura del cranio “.
L’episodio fece molto scalpore in città e non solo. L’11 ottobre oltre settemila persone seguirono il feretro portato a spalle dai ragazzi della pattuglia capitanata da John e in quella stessa giornata cominciarono le pratiche per il riconoscimento dell’atto di eroismo da parte del Consiglio della città di Pittsburgh e di tutta la nazione. Il 5 maggio del 1956 il Presidente americano Eisenhawer invia alla scuola elementare di Pittsburgh il suo vice, Richard Nixon con il compito di concedere la cittadinanza onoraria del Stati Uniti e la medaglia d’oro al valor civile all’eroico Giovanni Minadeo. Oggi due scuole sono intitolate all’eroico ragazzo montaganese la scuola elementare di Pittsburgh e quella di Montagano un segno imperituro simbolo di sani valori, di rispetto per la vita e inno al senso di responsabilità per gli incarichi da assolvere.
Francesco Adamo