Pubblichiamo di seguito il documento con proposta condiviso dalle segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil in merito alla situazione dello Zuccherificio del Molise, che è stato inoltrato alle Segreterie regionali e territoriali dei sindacati e al Nuovo Zuccherificio del Molise.
Sulla base degli approfondimenti svolti abbiamo ipotizzato alcuni titoli che possono essere parte integrante di un’eventuale accordo di programma tra le istituzioni competenti e le OOSS teso a limitare l’impatto sociale della dismissione produttiva del Nuovo Zuccherificio del Molise e dare una risposta occupazionale ai lavoratori e alle lavoratrici coinvolte.
-In primis è utile ribadire, che il sito produttivo di Termoli costituisce un patrimonio economico e sociale fondamentale della Regione Molise e che pertanto occorre mettere in campo tutte le azioni necessarie al fine di mantenere la sua presenza ed operatività sul territorio. E’ necessario che il sito molisano venga al più presto messo nelle condizioni di continuare a portare avanti la propria attività produttiva, sia essa legata al settore bieticolo-saccarifero sia nell’ambito di una riconversione qualsiasi essa sia. Da qui l’impegno da parte dell’Ente regionale, che la destinazione d’uso dell’area dell’ex zuccherificio cambi a fronte della sua probabile dismissione industriale e che qualsiasi interesse di natura imprenditoriale deve essere finalizzato a rendere produttiva l’area con il conseguente impegno al riassorbimento del personale precedentemente impiegato.
· In tal senso, qualora fossero disponibili, potrebbero essere impiegati anche i fondi ricompresi nel PSR per garantire la valorizzazione della filiera o rendere più agevole l’impiantarsi di una nuova attività produttiva all’interno del sito con il mantenimento dell’occupazione delle maestranze dello Zuccherificio.
· Sulla base della recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (4 Ottobre 2016) sul riconoscimento dell’area di crisi non complessa per il basso Molise (area di Termoli), la ricollocazione dei lavoratori può essere favorita dalle cospicue incentivazioni previste dal decreto. A maggior ragione, dunque, è utile che l’Ente regionale si faccia carico di promuovere le opportunità previste da tale riconoscimento, a partire dalla strategicità del sito dell’ex zuccherificio. È utile evidenziare che nell’ambito dei programmi ammissibili (così come previsto dal decreto emanato dal Mise lo scorso 9 Giugno 2015), gli stessi devono prevedere un piano occupazionale caratterizzato da un incremento dei livelli occupazionali. L’accordo di programma deve stabilire criteri e procedure per la premialità in particolar modo dando priorità all’assunzione dei lavoratori che risultano iscritti alle liste di mobilità. Riteniamo che il soggetto gestore (Invitalia) debba svolgere fino in fondo, su sollecitazione della Regione, un effettivo ruolo di attrazione degli investimenti: non a caso la previsione del succitato decreto (articolo 8) prevede una partecipazione (del soggetto gestore) al capitale di rischio delle imprese almeno fino alla data di attuazione del programma.
· Il recente decreto legislativo (art. 12 del decreto n.150/20015) assegna agli enti locali, e in particolare alle Regioni, importanti prerogative in merito alla programmazione e organizzazione delle politiche attive, in particolare: a) identificazione della strategia regionale per l’occupazione; b) accreditamento degli enti di formazione e riservare, definendo l’offerta formativa collegata, una congrua quota di accesso alle persone in cerca di occupazione identificate e selezionate dai centri per l’impiego. I lavoratori dello zuccherificio potrebbero far parte di questa quota.
· Nella quota di accesso alle persone in cerca di occupazione, su spinta dell’Ente regionale, potrebbero essere inseriti i lavoratori dello zuccherificio al fine di programmare dei piani formativi finalizzati alla loro riqualificazione professionale e ricollocazione nel mercato del lavoro. I piani formativi devono mirare alla certificazione delle competenze e valorizzare le professionalità già acquisite dalle maestranze in anni di lavoro. In questo modo, attraverso un’implementazione delle competenze già maturate nel corso degli anni (e con la certificazione delle stesse) diventerebbe più facile immaginare una ricollocazione dei lavoratori anche in relazione alle diverse attività economiche promosse dagli enti regionali e locali, a partire dalle società partecipate che ne trarrebbero beneficio sia in termini di acquisizione delle professionalità, oltre ad accedere ai benefici fiscali previsti dalla legge in merito all’assunzione di lavoratori provenienti dalle liste di mobilità.
· Sempre il decreto sulle politiche attive, all’articolo 26, definisce anche le modalità di utilizzo dei lavoratori a fini di lavori di pubblica utilità attraverso specifiche convenzioni tra gli enti locali e le agenzie per il lavoro. La misura è diretta ai lavoratori che accedono a prestazioni di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro (CIGS e/o CdS) e ai disoccupati con più di 60 anni per agevolare il raggiungimento dei requisiti pensionistici. In merito allo Zuccherificio la misura potrebbe essere rivolta proprio a quest’ultimi.
· Nel 2014 è stato istituito, su input dell’Unione Europea, il FEG ovvero Fondo di adeguamento alla globalizzazione, al fine di garantire misure di sostegno al reddito ai lavoratori posti in esubero a fronte di radicali e strutturali cambiamenti del mercato comune dovuti alla globalizzazione economica. Il fondo ha una dotazione di 150 Milioni l’anno ed è compito dei governi nazionali, su spinta degli enti locali competenti, fare richiesta di accesso al fondo al fine di: a) orientamento professionale di base; b) servizi specialistici di orientamento professionale e bilancio delle competenze; c) out-placement e assistenza alla ricerca attiva di un’occupazione; d) formazione e riqualificazione professionale mediante voucher formativo; e) assistenza all’auto-imprenditorialità; f) misure di sostegno all’assunzione mediante bonus rivolti alle imprese che assumono. La misura è volta, come ribadito all’art. 9 comma P del decreto legislativo n.150/2015, alla promozione di programmi sperimentali di politica attiva del lavoro gestiti dall’ANPAL e dagli enti locali, con il cofinanziamento dell’UE. La previsione ha una forte aderenza con le mutazioni subite dal mercato dello zucchero a fronte della riforma OCM del 2006 e la conseguente dismissione produttiva nel nostro paese a vantaggio dei paesi terzi. Vanno solo approfondite le modalità operative di accesso al fondo. A tal fine alleghiamo un esempio legato all’azienda De Tomaso in provincia di Livorno che ha avuto accesso al FEG e il relativo regolamento UE.
In ogni caso è necessario che la Regione consideri l’utilizzo di tutti i fondi disponibili, anche quelli europei, per dare concrete risposte ai lavoratori dello Zuccherificio del Molise che vivono ormai da tempo nell’incertezza e permettere la loro ricollocazione.
Fai – CISL Cornelli – Savignano
Flai Cgil Ronconi – Iacovino
Uila Uil De Gasperi Torregrossa