Yemen, quattro attentatori fanno strage in tre moschee della capitale: 137 i morti. L’ISIS rivendica

L’ultimo bilancio degli attacchi nelle moschee in Yemen è di 137 morti e 345 feriti, secondo fonti locali citate dalla Cnn. Quattro gli attentatori che si sono fatti saltare in aria all’esterno delle moschee, nel centro della capitale. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis, rivela il Site, il sito che monitora l’attività dei jihadisti online. I tre luoghi di culto sono frequentati da dirigenti e sostenitori degli Huthi, i ribelli sciiti che dal settembre scorso controllano Sanaa.

Un kamikaze si è fatto saltare in aria dentro la moschea Badr, nel Sud della città, con un altro che ha seguito il suo esempio all’esterno mentre i fedeli fuggivano atterriti. Un terzo attentatore ha azionato la cintura esplosiva che portava su di sé nella moschea di Al-Hashahush, nel Nord di Sanaa.

Secondo una fonte medica, tra le vittime vi è un importante religioso Huthi, Al Murtada bin Zayd al Muhatwari, Imam della moschea di Badr. Gli Huthi, come le forze armate regolari, sono presi di mira in attacchi e attentati compiuti dal Al Qaida nello Yemen, che gli Usa considerano la branca più pericolosa della rete terroristica a livello planetario.

L’attentato di Sanaa è stato compiuto durante la preghiera collettiva del venerdì, all’indomani di scontri a Aden, nel Sud del Paese, tra truppe fedeli rispettivamente al presidente Abed Rabbo Mansur Hadi e al suo predecessore Ali Abdullah Saleh. Hadi si è rifugiato nel mese di febbraio ad Aden, la ex capitale dello Yemen del Sud, dopo essere fuggito da Sanaa, dove gli Huthi lo tenevano agli arresti domiciliari.

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