L’XI° Giornata Mondiale per la Custodia del Creato interroga le coscienze dell’uomo senza memoria, che persiste nella devastazione del territorio e non impara nulla dalle tristi tragedie del passato. Non oso parlare di ciò che non conosco, ma recandomi in questi giorni nei comuni molisani colpiti dal terremoto del 31 ottobre 2002, ho notato cantieri della ricostruzione ancora aperti accanto a supporti di protezione di legno ormai logori che rischiano di cedere da un momento all’altro insieme ai portici, ai balconi o alle case disabitate che sostengono.
Dopo 14 anni non è stata conclusa nemmeno la ricostruzione delle prime case, persistono preoccupazioni dei genitori per la messa in sicurezza delle scuole e non c’è traccia della ripresa produttiva finanziata con l’art. 15 di un’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2003.
Lungaggini burocratiche, meccanismi contorti, ritardi nei finanziamenti ed errori umani, si sono sommati in negativo determinando l’esplosione della spesa senza che si sia completata la ricostruzione e la messa in sicurezza delle scuole e delle case.
I cittadini fragili continuano a non avere voce e nei loro confronti permane un’atavica indifferenza delle classi dirigenti.
Le norme di pianificazione, nazionale o regionali sulla prevenzione, contro i terremoti restano sospese in un limbo opaco che nasconde ai nostri occhi le scadenze, i programmi, i fondi stanziati e le responsabilità.
Tutti hanno ragione, e le carte sono a posto, ma se arriva un sisma ogni astratta certezza si sbriciola.
Servirebbe un piano nazionale per mettere in sicurezza il patrimonio abitativo da finanziare con risorse specifiche da prelevare in quota parte, come propongono ITALIA NOSTRA e la Rete delle Associazioni in difesa del Matese, sui 14 miliardi annui trattenuti agli italiani sulle bollette dell’ENEL.
Ne basterebbero meno di 6 miliardi per mettere in sicurezza tutte le case, le scuole e gli edifici pubblici della dorsale appenninica più a rischio da Modena a Reggio Calabria.
Purtroppo la forza delle multinazionali del fotovoltaico e dell’eolico che incassano ogni anno i 14 miliardi di euro, è di gran lunga superiore alla forza delle popolazioni locali, come conferma il carteggio che vi allego inerente l’installazione di poco meno di 100 pale alte 150 metri a ridosso del Parco Regionale del Matese e nei pressi della splendida Valle dei Dinosauri situata tra Morcone, Sepino e Cusano Mutri.
Un’area in cui sorge, nella Valle del Tammaro, Saepinum – Altilia, uno dei siti archeologici più belli d’Italia risalente al IV° Secolo Avanti Cristo. La mobilitazione delle popolazioni matesine non riesce a far osservare le norme codificate a protezione della natura, del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, dei siti comunitari di interesse ambientale e dei territori contermini.
L’urlo nel deserto dei pastori della montagna di Morcone e del Matese che difendono le proprie terre, interroga ciascuno di noi e ci spinge ad alzare lo sguardo su una periferia anonima abitata da un nucleo di resistenti che meriterebbero un cenno, un gesto o un semplice grazie per il loro coraggio.
XI° Giornata Mondiale per la Custodia del Creato. Investire nella tutela del territorio e nella prevenzione
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