Voucher, Sbarra (Fai Cisl): misura sbagliata, iniqua per il settore agricolo

Una misura “sbagliata, iniqua, in grado da sola di smantellare e destrutturare il rapporto di lavoro subordinato in agricoltura, e che pertanto va rimossa”. E’ il duro giudizio di Luigi Sbarra, Segretario Generale della Fai Cisl, in merito all’innalzamento del tetto massimo consentito per la remunerazione in agricoltura attraverso i voucher, introdotto nell’ultimo Cdm. “L’estensione fino a 7mila euro dei buoni per lavoro occasionale – aggiunge il leader della Fai Cisl – configurerebbe una vera tipizzazione che colpirebbe le contrattualizzazioni, promuovendo forme di lavoro che negano il diritto all’assistenza, al Tfr, alla malattia, agli ammortizzatori sociali. La strada da percorrere va nel senso opposto: occorre ridurre il volume consentito, controllare l’effettivo rispetto della legge, affidare alla contrattazione la definizione delle nuove regole. La questione va affrontata nel suo complesso, definendo limiti invalicabili, che riconoscano le specificità del lavoro occasionale agricolo, che vive di stagionalità e di rapporti di brevissima durata”.

“Il messaggio che si dà con questa operazione sciagurata – sottolinea ancora Sbarra – è totalmente contraddittorio rispetto al virtuoso lavoro condotto in questi mesi a contrasto del caporalato. Più volte la Fai Cisl è ha lanciato l’allarme, illustrando i gravi pericoli connessi a tale miope iniziativa. Dopo l’ultimo consiglio dei ministri torniamo a incalzare l’esecutivo affinché ritorni sui suoi passi assicurando almeno il ritorno al regime dei duemila euro. Lo facciamo insieme alle altre Federazioni di Categoria inviando una lettera ai ministri competenti e promuovendo e sollecitando la richiesta di uno specifico emendamento al provvedimento governativo. E lo faremo il 25 giugno, scendendo in piazza a Bari per sostenere il diritto in agricoltura a un lavoro ben tutelato e retribuito”, conclude Sbarra.

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