Ho maturato la decisione di astenermi dal voto di sfiducia presentato con mozione da Pd e Cinquestelle dopo averci pensato a lungo e dopo tanti tentativi effettuati per rinviare la discussione in un prossimo futuro. Ho deciso di astenermi perché non potevo votare contro le motivazioni della mozione di cui ho condiviso soprattutto il ruolo centrale che si vuole assegnare al Consiglio regionale. Ed avendo chiaro il fatto che non c’erano i numeri sufficienti, ho anche dovuto prendere atto che non potevo votare neppure contro il centrodestra di cui ho sempre fatto parte. Resto della convinzione che questo governo regionale non ha la mia fiducia per una serie di validi motivi legati alla continuità di visione del centrosinistra, per la continuità di atteggiamenti punitivi che hanno colpito il direttore di Molise dati con il licenziamento di Gianni D’Uva, con il nuovo demansionamento dell’architetto Giarrusso, solo per citare qualche esempio. Una politica punitiva che pare contagiare anche altre strutture come il caso della professoressa Pina Sallustio demansionata dalla “Gemelli SpA”. Non mi piace la politica dei dispetti attuata in questi anni che crea non solo disaffezione e distacco, ma non paga. Prova ne è che la disgregazione totale di questa maggioranza è scoppiata in maniera vigorosa dall’allontanamento di quattro colleghi, le surroghe, con tecniche legislative non del tutto legittime. Da quel momento Toma è stato costretto a dare risposte ad una serie di condizioni passando da governatore a governato. Lo stesso Toma che ha ragione quando dice che noi abbiamo un governo presidenzialista ma poi si trincera dietro l’applicazione del metodo D’Hondt che non appartiene ad un governo presidenzialista. Il Consiglio deve tornare il luogo in cui si decide la programmazione, ma anche la riprogrammazione dei fondi. Soprattutto per gli anni a seguire che vedrà noi amministratori impegnati alla ricostruzione del tessuto sociale dopo la pandemia. Magari evitando di utilizzare la litanìa di addossare responsabilità al passato diventata solo la scusa per nascondere le inadempienze presenti. Avrei gradito l’azzeramento serio di tutta la giunta per aprire a vere e nuove condizioni. Mi auguro che questo governo si apra alle opposizioni di questo Consiglio che sono forza di maggioranza a livello nazionale con cui si deve dialogare. In ogni caso questa mozione, che non mi sento di bocciare perché ha dato seri spunti di riflessione e spero per il Molise che ci sia una inversione di tendenza a partire da oggi. Partendo proprio dal rapporto del Consiglio dove continuerò a votare secondo coscienza, a seconda dei provvedimenti che approderanno in aula e che avranno il mio voto favorevole solo se sarò convinto della loro bontà. Michele Iorio
Voto di sfiducia/ Iorio: Toma da governatore a governato
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