“Gli episodi di violenza, ormai sempre più numerosi, perpetrati contro le donne nel nostro territorio regionale, descritti puntualmente dagli organi di informazione, richiamano fortemente la nostra attenzione sulla tutela dei diritti delle vittime di violenza di genere. Lo stesso Comando provinciale dei Carabinieri di Campobasso, nel rapporto annuale, illustrato nelle scorse settimane, ha fatto rinvio all“allarme sociale” in atto. Le misure adottate dall’Italia, che avevano cristallizzato la frammentarietà degli interventi normativi e non, in materia, con la conseguente assenza di una strategia globale di contrasto alla violenza di genere, indussero l’Assemblea legislativa tutta, nell’ottobre del 2013 -con l’approvazione della legge regionale n. 15, rubricata “Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”- a manifestare chiaro e forte interesse sul tema.
Nel nostro sistema giuridico e socioeconomico regionale e nazionale convivono i diritti fondamentali fondati sul trinomio dignità, libertà personale e uguaglianza. Essi ricevono una tutela giuridica costituzionale comunitaria ed internazionale, pressoché completa, ma non sempre fruibile in egual modo tra uomo e donna. L’articolato che compose la legge 15/2013 nacque con la precipua finalità di garantire i diritti primari delle donne e delle loro figlie e figli vittime di violenza, ampie forme di tutela, di accesso gratuito, in collaborazione con gli enti locali, le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni tutte di acquisita esperienza e con competenze specifiche nella materia. In particolare, ebbe a prevedere l’istituzione di Centri antiviolenza, Dimore dei Diritti, Dimore dei Diritti di secondo livello e Linea telefonica 1522 di sostegno (artt. 1,3,4,5 e 6), nonché l’attivazione del Codice Rosa. A supporto dell’azione genitoriale delle donne ed al fine di agevolare il loro inserimento lavorativo, anche con la costituzione di cooperative sociali e con il coinvolgimento dei Sindacati, degli Enti, della Consigliera di Parità regionale e delle Associazioni datoriali, si intervenne all’art. 8, commi 1 e 2. Particolare attenzione fu dedicata nel testo normativo ad azioni mirate alla diffusione della cultura della legalità, alla prevenzione ed al rispetto dei diritti, ivi inclusi quelli afferenti la relazione tra i sessi, tanto anche con il supporto indispensabile degli organi d’informazione e del Co.Re.Com. La formazione permanente integrata degli operatori che nei diversi ambiti istituzionali svolgono attività di prevenzione e di contrasto ad ogni forma di violenza in danno di donne e minori di età e di supporto alle vittime, e la costituzione di un’equipe specializzata ed itinerante con competenza ed azione sull’intero territorio regionale sarebbero dovuti essere i punti di forza della proposta (art. 2). Presso la Giunta Regionale fu prevista la istituzione di un Tavolo di Coordinamento Regionale (art. 9), quale sede aperta e privilegiata di confronto sulla materia con il contributo -a titolo non oneroso- di tutti i soggetti istituzionali, degli Enti e degli Organismi sensibili con appropriate competenze. Detto Tavolo, costituitosi a distanza di un anno dall’entrata in vigore della legge regionale di riferimento, riunitosi in sole tre occasioni, procede a passo lento non favorendo, di fatto, l’applicazione necessaria e non più rinviabile della norma. Tenendo a indirizzo fermo gli ultimi dati ISTAT, che in materia sono chiari, e che di seguito si riportano, siamo a chiedere al Presidente della Giunta regionale di intervenire a riguardo, per quanto di sua diretta competenza e con estrema sollecitudine, consapevoli, naturalmente, che alla emergenza sollevata ve ne siano tante altre di eguale portata collettiva”.
Violenza contro le donne, l’intervento di Angela Fusco Perrella e Nunzia Lattanzio
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