Con l’arrivo degli immigrati, in attesa di identificazione, a S. Giuliano di Puglia finisce il sogno di quanti hanno lavorato e creduto nella possibilità di dare una risposta eccezionale a un dramma collettivo che ha coinvolto le coscienze di un popolo: quello di San Giuliano, del Molise, dell’Italia e del mondo intero. Dopo la ricostruzione materiale, eseguita in tempi record e con ingenti risorse, si stava lavorando ad una ripresa sociale ed economica di tutta l’area con la passione di chi voleva offrire una opportunità di rinascita straordinaria, come risposta a un dramma eccezionale. Numerosi sono stati i tentativi da me sollecitati, insieme agli amministratori locali, di utilizzare la nuova scuola Iovine, la palestra polivalente e il villaggio per coinvolgere il governo centrale, il Coni, l’Università, la Protezione Civile Nazionale, imprese come l’ENI e altre di pari rilevanza, per trasformare il villaggio in un campus residenziale polivalente di rilevanza nazionale nel settore dello sport, della ricerca, della solidarietà internazionale nei confronti di minori in difficoltà. A sentire le notizie di oggi, in assenza di qualsiasi dibattito anche a livello regionale, ci si prepara a trasformare il villaggio in centro di prima accoglienza di immigrati da identificare e poi trasferire: tutto ciò mi rattrista molto. Finisce così il sogno di San Giuliano di Puglia. Il Molise perde un’altra occasione per programmare il proprio futuro, tra l’indifferenza generale e un senso diffuso di smarrimento nei confronti di una politica non adeguata alle difficoltà del momento e alle esigenze del territorio.
Villaggio di San Giuliano, Iorio: il Molise perde un’altra occasione per programmare il proprio futuro
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