Come noto, il Tribunale Amministravo Regionale ha accolto il ricorso presentato da alcuni Comuni che si erano opposti all’adesione all’Egam, annullando degli atti fondamentali che, di fatto, cancellano quanto era stato costruito in un anno e mezzo di lavoro. Bisogna puntualizzare, tuttavia, che nessun appunto è stato sollevato nei confronti dell’impianto complessivo dell’Egam, e che l’unico motivo di accoglimento del ricorso si basa sul conflitto di competenza tra Giunta e Consiglio regionale.
Ovviamente rispettiamo la sentenza, anche se per noi esultare rispetto ad un dispositivo che blocca, temporaneamente, un processo normativo che guarda alla tutela delle risorse idriche, al risparmio ed al protagonismo diretto dei Comuni, nonché allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio, non è poi troppo ragionevole.
Quanto accaduto, ossia l’attuale assenza del gestore unico, ci mette dinanzi a due possibili opzioni che a questo punto competono al Ministero:
– concedere ulteriore tempo per riavviare il processo, lasciando autonomia alle strutture regionali e di conseguenza ai Comuni;
– individuare un soggetto terzo che in Molise gestirà attraverso un Commissario il processo che conduce alla tariffa unica, obbligatoria per legge, espropriando di fatto i Comuni di una loro competenza.
A latere, permane la potestà dell’Autorità per l’Energia elettrica il Gas e il Sistema idrico (AEEGSI) di rimettere in moto una serie di automatismi amministrativi nei confronti dei Comuni (al momento fermi per l’avvio grazie al lavoro finora svolto dall’EGAM), tra cui delle sanzioni che, in alcune circostanze, creerebbero seri problemi di bilancio.
Nello specifico, ad oggi, ogni Comune pagherebbe il 10% dell’incasso moltiplicato per gli anni di non adesione alla tariffa unica. Tanto per avere un’idea, Montenero di Bisaccia potrebbe incorrere in una sanzione di circa 700.000 euro, Roccavivara di 30.000, Campobasso di circa 5 milioni di euro.
Tanto premesso, la Regione si è già attivata presso il Ministero e l’AEEGSI per chiedere di concordare il riavvio del percorso per arrivare a ricostituire il consorzio dei comuni per arrivare alla gestione condivisa e responsabile della principale risorsa regionale al servizio dei cittadini.
Abbiamo una Legge regionale pronta per essere discussa in Consiglio regionale e faremo in modo di accelerare il più possibile la sua approvazione.
Allo stesso modo procederemo nuovamente all’adesione dei Comuni, alla creazione delle assemblee di Bacino e dei Comitati d’Ambito, convinti della buona fede del nostro operato e del metodo perseguito, che sarà perfettamente replicato.
Non possiamo, poi, esularci da qualche riflessione di natura politica rispetto a quanto si legge sulla stampa o sui social network.
Leggere frasi del tipo “l’acqua pubblica è salva” è sinonimo di quanto irrisoria sia la conoscenza della materia e dell’argomento in questione. Se si continua sulla strada dell’interpretazione politica e non sostanziale degli eventi, attraverso piccole strumentalizzazioni, non si va da nessuna parte.
Ancora una volta, a beneficio di quanti non comprendono questa azione, bisogna precisare che nella “dimensione Egam” la Regione resta esterna e non ha alcun ruolo, considerato che ogni aspetto gestionale, di indirizzo e governo è nelle mani dei Comuni, tutti coinvolti e alla pari considerati.
Come detto, Enti superiori permettendo, riprenderemo fin da subito il percorso di nascita del soggetto gestore unico delle risorse idriche, non tirandoci indietro dal confronto con quanti la vedono in maniera diversa, ma che hanno una idea alternativa, reale, percorribile e scevra da populismi o partitismi.
E lo faremo confortati dal 85% delle adesioni incassate da parte delle Amministrazioni che avevano sposato questo progetto e che hanno capito la necessità di proseguire in questa direzione.”
Pierpaolo Nagni, Assessore regionale