L’approvazione del Piano di Dimensionamento Scolastico è un atto necessario ma non sufficiente per rendere la scuola molisana adeguata, moderna e competitiva, in linea con le buone pratiche dei territori più avanzati. Aver superato 84 autonomie scolastiche di cui 41 sottodimensionate e assegnate in reggenza a dirigenti titolari presso altri istituti ha segnato un primo passo verso la normalità con 54 dirigenze in cui si contano ancora molte autonomie con numeri tra 400 e 600 non adeguate agli standard ministeriali.
Nel limite del possibile e con un percorso democratico che ha coinvolto dal mese di maggio ad oggi l’ANCI, l’Ufficio Scolastico Regionale, le Province e i Sindacati della Scuola, si è costruito un Piano di Dimensionamento che, pur scontando alcuni limiti, consente al territorio di dotarsi di uno strumento essenziale di programmazione didattica e di gestione integrata dell’offerta educativa.
La collaborazione con il Partenariato e con le Istituzioni Locali ha permesso di accogliere tutte le istanze in linea con le disposizioni di Legge fino all’ultimo momento come è accaduto per i Comuni di Termoli e di Isernia.
Un apprezzamento meritano tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di un obiettivo amministrativo significativo, ma proprio perché la Scuola è il luogo su cui concentrare sforzi, energie e investimenti, c’è bisogno di avviare con immediatezza un confronto sulla Legge Quadro Regionale su Istruzione, Formazione e Conoscenza.
Il Molise, anche in questo campo, non ha recepito i mutamenti costituzionali del Titolo V del 2001 e non può fare riferimento ad una propria normativa sull’organizzazione scolastica. Questo limite non ha permesso di incidere in modo più efficace sul Piano di Dimensionamento ma, potrà essere agevolmente superato con un confronto ampio e allargato alle Rappresentanze Sindacali, ai Comuni, agli studenti e a tutti i soggetti interessati.