“I dati anticipati e diffusi ieri a Roma, nella sala della Regina della Camera dei deputati, sull’andamento economico del Mezzogiorno del 2013 e sulle previsioni del biennio 2014-2015 impongono una seria analisi e una decisa sterzata di quelle che dovranno essere obbligatoriamente nuove politiche d’incentivazione per risollevare una porzione ampia del territorio, come estensione e impatto demografico, affinché si eviti una deriva sempre più pericolosa”.Il rischio di una ‘Questione meridionale’ che faccia ripiombare le regioni del Centro-Sud su dati macro-economici quasi post-bellici in talune circostanze ha indotto l’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli – componente dell’Intergruppo per il Mezzogiorno – a rivendicare posizioni più decise riguardo le azioni da mettere in campo di concerto tra governo ed enti territoriali di programmazione.“E’ giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, poiché il Mezzogiorno non deve più essere considerata l’ultima ruota del carro, specie se valutiamo l’enorme impatto sociale che si trova ad affrontare come avamposto dell’Europa nel Mediterraneo. Vi è la necessità di fare leva in modo importante e profondo su quelle politiche che lo possano rilanciare, sfruttando vocazioni proprie che non trovano riscontro alcuno in altre parti dell’Europa e del Mondo. La prima scelta che occorrerà assumere sarà quella di ideare e premiare progetti che formino le nuove generazioni al rispetto esclusivo della legalità e della morale. Da qui un sostegno senza riserve agli atenei del Centro-Sud.
Altro capitolo non secondario sarà colmare definitivamente quel gap infrastrutturale che rende ancora più depresso che nel resto del Paese il tessuto socio-economico. Non ci dovranno più essere alibi per investimenti deputati a sottrarre dall’arretratezza interi comprensori e non parliamo solo delle grandi opere da ex legge obiettivo, per intenderci, ma anche quelle diffuse, che garantiscono anche iniezioni di risorse sulle micro-economie distrettuali e provinciali”.
Per l’onorevole Venittelli deve cessare lo scempio dell’atavica incapacità a sfruttare le risorse disponibili. Un doppio schiaffo la cattiva utilizzazione dei fondi comunitari, poiché oltre al danno recato con il mancato sviluppo vi si aggiunge la beffa delle quote che l’Italia versa all’Europa e che tornano parzialmente indietro senza che servano per far germogliare prospettive future.
Nell’incontro a cui hanno preso parte i Ministri Delrio e Lanzetta, è stata annunciata la disponibilità di 16 miliardi di euro per il Mezzogiorno nei prossimi due anni nell’ambito del programma di coesione.
“Sono soldi che dovranno essere spesi al meglio, poiché rappresentano davvero l’ultima spiaggia per un Meridione che voglia uscire dal tunnel senza se e senza ma, per questo sulla classe dirigente delle varie Regioni pende una responsabilità senza pari. La garanzia di un adeguato ruolino di marcia amministrativo sarà data solo se investiremo nelle capacità dei dirigenti della pubblica amministrazione, puntando anche sulla trasparenza nelle procedure, sulla semplificazione, sugli acquisti centralizzati e sulla valorizzazione delle risorse umane”.