In questi ultimi giorni, alcuni organi d’informazione hanno diffuso l’infondata notizia di un possibile allargamento dell’Area di Crisi anche ad aree diverse da quella del distretto Venafro – Campochiaro – Boiano. Occorre precisare che la delimitazione geografica dell’Area di Crisi Complessa è sempre rimasta invariata rispetto a quella inizialmente stabilita, ossia quella prevista dal “Progetto di massima di riconversione e riqualificazione industriale” approvato con deliberazione di giunta regionale n. 419 dello scorso 4 agosto. La stessa “Area” – la cui individuazione non è discrezionale ma avviene con riferimento ai parametri statistici dei Sistemi Locali di Lavoro – è stata poi integralmente confermata tre giorni dopo con il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che, facendo propria la deliberazione, ha ufficializzato: «Il riconoscimento di crisi industriale complessa, con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, per il territorio ricompreso tra le due province di Isernia e Campobasso corrispondente ai Comuni di Venafro, Campochiaro e Bojano; e per le aree di localizzazione dell’indotto». Quindi, nessun allargamento; né reale né ipotetico.
Sulla elaborazione dei progetti e sulle azioni strategiche, invece, che risultano essere gli aspetti più importanti, auspico un’azione congiunta da parte di tutti i soggetti interessati affinché l’Area di Crisi costituisca davvero l’opportunità di rilancio dei nostri territori in termini di produzione, di competitività e di aumento occupazionale, con specifico riferimento ai lavoratori, alle aziende in difficoltà e alle condizioni generali del contesto economico. Mai come ora c’è bisogno di un lavoro congiunto e sinergico da parte di tutti i protagonisti che hanno fattivamente collaborato e “faticato” affinché si raggiungesse un obiettivo così importante per la nostra terra. E allora Regione Molise, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, delegazione parlamentare, Camere di Commercio, mondo dell’associazionismo, autonomie locali, devono proseguire nel cammino iniziato con la firma dell’intesa “Il Molise che non si arrende”, siglata il 7 agosto dello scorso anno.
Dopo la fase progettuale e propositiva ed il grande sforzo corale svolto da tutti per ottenere il riconoscimento, bisogna proseguire su una strada comune che preveda una marcata compartecipazione operativa sulle scelte che si andranno a fare; le risorse finanziarie dovranno essere orientate proficuamente, per l’effettivo rilancio industriale e per la reale valorizzazione sociale del lavoro.
Riempiamo questo grande contenitore di obiettivi condivisi, di contenuti garantiti e di buone idee e difendiamole tutti insieme, anche perché questa volta abbiamo dinanzi davvero un’enorme opportunità.
Carlo Veneziale