Varanese (Aima Molise): Assessore Petraroia conosciamo la situazione della sanità molisana, cosa si intende fare?

Riceviamo e pubblichiamo la nota in risposta ad un comunicato dell’Assessore Petroia, a firma di Varanese Maria Vincenza (rappresentante A.I.M.A Molise) in merito alla situazione della Sanità molisana e dell’Asrem regionale.

Gentile Assessore  Petraroia,
nel leggere la lettera che lei ha inviato agli organi di stampa lo scorso 3 gennaio sono rimasta piuttosto perplessa. Analizziamola insieme punto per punto. Lei esordisce dicendo: “Il Tavolo Tecnico Interministeriale di verifica sulla gestione del sistema sanitario regionale ha sanzionato la Regione Molise con un susseguirsi di rilievi su prestazioni erogate ai cittadini e considerate extra-L.E.A. ovvero non contemplate nei Livelli Essenziali di Assistenza tutelate dall’art.32 della Costituzione”.  Eppure sul sito del Ministero della Salute si legge: “Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) garantisce alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, percorsi assistenziali nel proprio domicilio  denominati “cure domiciliari” consistenti in un insieme organizzato di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi, necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita.  Le cure domiciliari si integrano con le prestazioni di assistenza sociale e di supporto alla famiglia, generalmente erogate dal Comune di residenza della persona. Il bisogno clinico-assistenziale viene accertato tramite idonei strumenti di valutazione multiprofessionale e multidimensionale che consentono la presa in carico globale della persona e la definizione di un “Progetto di assistenza individuale” (PAI) sociosanitario integrato. L’assistenza domiciliare è, dunque, un servizio compreso nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in grado di garantire una adeguata continuità di risposta sul territorio ai bisogni di salute, anche complessi,  delle persone non autosufficienti, anche anziane, e dei disabili ai fini della gestione della cronicità e della prevenzione della disabilità.
Le cure domiciliari sono erogate con modalità diverse, in base all’organizzazione dei servizi territoriali della ASL; tuttavia, sono generalmente  gestite e coordinate direttamente dal Distretto sociosanitario (DSS) delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), in collaborazione con i Comuni. Per le prestazioni sociali il cittadino deve fare riferimento al Comune di residenza.
In relazione al bisogno di salute dell’assistito ed al livello di intensità, complessità e durata dell’intervento assistenziale, si distinguono alcune tipologie di cure domiciliari:
•    Assistenza domiciliare programmata (ADP)
•    Assistenza domiciliare integrata (ADI)
•    Ospedalizzazione domiciliare.”
Ora, incrociando quello che lei sostiene con quanto affermato sul sito ufficiale del Ministero della Salute qualcosa sembra non tornare.
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), da lei chiamati in causa, prevedono l’assistenza domiciliare per pazienti non autosufficienti. Tale assistenza dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere declinata sia dal punto di vista medico/infermieristico/riabilitativo (sto parafrasando quanto scritto sul sito del Ministero) che da quello  sociale/assistenziale.
Da questo punto di vista, dunque, l’assistenza ADA (Assistenza Domiciliare Alzheimer) sembrerebbe assolutamente in linea con quanto previsto.
Eppure lei sostiene che tale servizio debba essere messo in discussione in quanto da considerarsi extra-LEA. La contraddizione, in questo senso, mi sembra evidente.
Ma andiamo avanti.
Lei prosegue dicendo: “Basta leggere i Verbali del Tavolo Tecnico e le diffide inviate dal Sub-Commissario ad Acta alla Corte dei Conti, al Ministero dell’Economia e ad altri Organi di controllo, per acquisire le ragioni del contenzioso sorto tra l’ASREM e l’Assessorato alle Politiche Sociale che improvvisamente si è ritrovato a farsi carico del rimborso delle prestazioni sanitarie o socio-sanitarie individuate come extra-L.E.A.”.
Dunque, vediamo se ho capito bene: alla luce di quanto da lei sostenuto in precedenza sarebbe nato un contenzioso tra il Servizio Sanitario Regionale e l’Assessorato alle Politiche Sociali (che Lei rappresenta) su chi debba farsi carico delle spese per i servizi extra-LEA. Corretto?
Lei prosegue dicendo: “Trattasi di voci di bilancio per importi complessivi di gran lunga superiore ai 2 milioni annui che il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale trasferisce alla Regione Molise per il finanziamento delle attività erogate dagli Ambiti Territoriali di Zona o pagate direttamente dalla Regione. Il rimborso ai trapiantati e per le malattie rare incide per 800 mila euro annui, quello per l’acquisto dei farmaci di fascia C) si aggira sui 400 mila euro, la quota parte da stornare ai comuni per le rette dei minori affidati dal Tribunale agli Istituti arriva a 1 milione di euro, gli stanziamenti per il funzionamento essenziale dei n. 7 Ambiti Territoriali di Zona non può essere inferiore a 2 milioni di euro pena l’interruzione dei servizi sociali comunali, il contributo per gli 11 centri diurni socio-educativi e quello per i percorsi di inclusione sociali dei dimessi psichici o altro forme di intervento per le dipendenze patologiche, per i reclusi, i migranti ed i disabili si aggiungono alle somme menzionate. E’ chiaro che il Bilancio della Sanità di 650 milioni di euro annui se non si carica più anche il 2% di alcune prestazioni determina un’esigenza pari a 13 milioni di euro ovvero il 600% in più di quello che lo Stato trasferisce alla Regione col Fondo delle Politiche Sociali”.
Riassumendo in parole semplici: il budget che avete a disposizione (650 milioni di euro) non copre le spese che dovreste affrontare (13 milioni di euro).
Dunque Lei continua sostenendo: “Da qui nasce il contenzioso circa la natura delle prestazioni se sono da considerarsi semplice servizio sociale o erogazioni di servizi sanitari e/o socio-sanitari. In questo contesto si inserisce il progetto avviato dall’ASREM nel 2005 di assistenza socio-sanitaria ai malati di Alzheimer sul quale in tutti i casi l’Assessorato alle Politiche Sociali ha già svolto due riunioni istruttorie con i n.7 Ambiti Territoriali di Zona e con l’ASREM il 23 ed il 30 dicembre, per ottenere la continuità delle prestazioni sanitarie a tutti i pazienti in trattamento che non sono state mai interrotte, e per predisporre l’attivazione di un progetto esecutivo integrativo triennale di carattere socio-sanitario e sociale, con risorse proprie della Regione non riconducibili a quelle attribuite dallo Stato per il Fondo Sanitario”.
Traduzione: non avendo la sanità regionale abbastanza fondi a disposizione il vostro obiettivo è scoprire se effettivamente i servizi in questione siano da considerarsi a carico della ASREM o dell’Assessorato alle Politiche Sociali (e dunque a totale carico della Regione Molise). Ad ogni modo, per stare tranquilli, il suddetto Assessorato si è portato avanti e ha svolto già ben 2 riunioni istruttorie con gli Ambiti Territoriali di Zona allo scopo di pianificare il da farsi. Mi piacerebbe sapere, nel dettaglio cosa è stato deciso nelle riunioni del 23 e 30 dicembre 2014. Di certo c’è che il servizio ADA continua a rimanere sospeso. Sa darmi un’idea delle tempistiche per la riattivazione?
Non sono riuscita a trovare nessun documento relativo ai Piani di Zona di cui gli Ambiti Territoriali di Zona dovrebbero servirsi per l’attuazione delle politiche sociali. Non in Google almeno. Poiché si tratta, senz’altro, di una mia carenza le sarei molto grata se potesse fornirmene una copia.
Ad oggi, l’unica certezza è che il servizio ADA è stato sospeso a tempo indeterminato, in attesa dell’effettiva attuazione dei Piani di Zona.
Prosegue scrivendo: “Secondo le intese tecniche già definite con gli Ambiti Territoriali queste procedure si concluderanno con somma urgenza per alleviare i disagi delle famiglie e restituire serenità ai pazienti, pur in un contesto controverso determinato dal commissariamento del sistema sanitario regionale. Tale commissariamento avvenne il 29 luglio 2009 per via di un debito che è arrivato a sfiorare un miliardo di euro e che oggi si aggira ancora sui 400 milioni di euro. Dimenticare le cause dei problemi della sanità molisana non aiuta ad aiutare chi dimentica per la patologia dell’Alzheimer”.
Dunque, trovare una soluzione alla situazione attuale rimane un obiettivo prioritario, nonostante le difficoltà in cui versa il Servizio Sanitario Regionale a causa del commissariamento del 2009. Sottolinea inoltre che in negli ultimi 4 anni e mezzo il debito è stato ridotto del 60%.
Ora, farò semplice retorica ma parlare del commissariamento e dei problemi ad esso legati non credo sia corretto. Il debito e il conseguente commissariamento sono stati causati da una cattiva gestione da parte degli organi preposti. L’unica responsabilità dei cittadini è stata aver dato fiducia a persone che, per motivi che non è mio ruolo stare ad elencare, non sono state in grado di assolvere al proprio compito nel modo migliore. E poiché è “giusto” che ognuno paghi per le sue colpe, i Molisani si trovano a dover far fronte a non pochi disagi (si pensi ai costosissimi ticket e ai continui tagli cui sono sottoposti i servizi che dovrebbero essere offerti AL cittadino e non DAL cittadino).
Quanto al pegno da pagare da parte di chi di questa situazione è stato artefice non è dato sapere.

Ai Molisani, che ogni giorno si trovano a dover affrontare nuovi e continui disagi, sempre e comunque giustificati dal commissariamento, non è necessario stare a ricordare in quale difficile situazione si trovi la Sanità Regionale.  Quelli che dimenticano a quali sacrifici i cittadini della regione siano continuamente sottoposti sono le cariche istituzionali che ad essi dovrebbero provvedere.
E in questo contesto, mi permetto di aggiungere, gentile Assessore Petraroia, il commissariamento sembra essere più un jolly da giocare per giustificare le mancanze che l’effettivo problema.  Con tutti i disagi che si trovano ad affrontare, nel contesto di crisi economico-sociale attuale, nessun Molisano può permettersi il lusso di “Dimenticare le cause dei problemi della sanità molisana”.
Ad ogni modo la ringrazio per averci ricordato, ancora una (inutile?) volta in quale situazione versino le casse della ASREM e, nel ringraziarla, colgo l’occasione per domandarle: adesso che ce lo ha ricordato  che soluzione propone?
Cordialmente
Varanese Maria Vincenza (rappresentante A.I.M.A MOLISE)

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