Nella nostra città viviamo ormai da decenni, in assenza di un piano regolatore moderno e reale, andando avanti con quello ormai obsoleto e praticamente inesistente, a suon di varianti, deroghe e cambi di destinazione d’uso. Per questo motivo ci siamo ritrovati a vivere in una città completamente drogata di strutture edilizie sia commerciali che residenziali al di sopra del nostro fabbisogno che, hanno messo in ginocchio l’intero tessuto sociale creando una eccessiva offerta commerciale in proporzione all’utenza e interi palazzi vuoti con appartamenti abbandonati ed invenduti.
Si pensava di generare ricchezza per tanti o per pochi e, in parte, forse, ci sono anche riusciti, questo lo lasciamo decidere alla sovranità popolare e, invece, è stato come un boomerang che è tornato indietro e, come al solito, ha danneggiato più il cittadino che gli artefici di queste manovre.
Il nuovo piano regolatore generale o, come la modernità, nella nostra città soltanto verbale, lo chiama ora :
“masterplan” è stato da sempre cavallo di battaglia di tanti candidati sindaci e coalizioni ma che poi, puntualmente, anche vincendo le elezioni non hanno messo in pratica .
Per queste ragioni credo, noi di Segnale Civico crediamo che, un’ amministrazione comunale, debba prendere atto dell’obbligo morale che ha verso la città e i suoi abitanti e anche della valutazione di natura prettamente manageriale e, opporsi in maniera secca e chiara, in modo unanime, come fino ad ora pochi ma coraggiosi consiglieri o assessori hanno fatto e,( non fare a “scarica barile”), ribadendo un secco e ufficiale no alle speculazioni edilizie e a questi delitti ambientali paesaggistici ed economici, soprattutto in assenza di una necessità vera di realizzare come nel caso della cosiddetta “lottizzazione parco dei pini” altre strutture commerciali, nella precisione 3, quando quelle esistenti sono allo stremo e stanno collassando una ad una; bisognerebbe piuttosto lavorare con unità e rigore per cercare di ridare linfa vitale, attraverso azioni mirate e tempestive, a tutto quello che già esiste e che piano piano sta morendo prima che davvero sia troppo tardi.