Il sistema delle imprese sembra aver ritrovato il passo della crescita e, nonostante un primo trimestre con l’affanno, alla fine del 2014 mette a segno un saldo positivo tra aperture e chiusure. Il bilancio, pari a +132 imprese, è pari a un tasso di crescita del numero delle imprese registrate dello 0,38%, superiore a quello dell’anno precedente (+0,24%). Il dato è il migliore dal 2010 e segnala una probabile inversione di tendenza nelle attese degli imprenditori oggi attivi, che intravedono la possibilità di un effettivo rilancio delle attività nel corso del 2015.
Il risultato appare totalmente determinato dalla diminuzione delle cessazioni (1.811 le imprese che hanno chiuso i battenti contro le circa 1.900 dell’anno precedente). Al dato positivo della diminuzione delle cessazioni, fa eco un segnale altrettanto importante dal lato delle aperture. Nell’anno appena trascorso, infatti, le nuove iniziative sono state circa 2.000 (1.943 per la precisione), in leggera diminuzione rispetto a quelle dell’anno precedente, ma un risultato comunque insperato viste le incertezze del quadro economico non ancora del tutto superate.
Il risultato positivo regionale deriva però da un andamento totalmente differente tra le due provincie: in quella di Campobasso il numero delle cessazioni (1.389) superano il numero delle iscrizioni (1.304) con un saldo finale di -85 unità, migliore comunque rispetto al saldo del 2013 (-170 unità). Al contrario nella provincia di Isernia il numero delle iscrizioni sono state 639 a fronte delle 422 cessazioni, quindi con un risultato finale che nel 2014 raggiunge le +217 unità.
L’intero saldo positivo regionale del 2014 è totalmente spiegato dalla forte crescita della forma giuridica delle società di capitale: 362 in più in termini assoluti, pari a una crescita del +6,3% rispetto al 2013 (quando, nonostante la crisi, fu del +5,6%). Il dato conferma un orientamento ormai consolidato tra i neo-imprenditori molisani che, per affrontare il mercato, si affidano sempre più spesso a forme organizzative più “robuste” e strutturate. Non solo perché più capaci di intercettare gli incentivi pubblici opportunamente messi a loro disposizione, ma soprattutto perché la società di capitali si presta ad essere più attrattiva rispetto a nuovi investitori e, dunque, a consentire un percorso di crescita all’idea di business.
I settori che, più degli altri, hanno contribuito alla tenuta del sistema delle imprese appartengono tutti alle attività di servizio. I saldi maggiori in termini assoluti si registrano, infatti, nei Servizi alle imprese (+39 unità), nelle Attività di alloggio e ristorazione (+32 unità) e nelle Assicurazioni e credito (+14 unità). Al contrario, i settori in contrazione più marcata sono quelli dell’universo agricolo, che continua a perdere unità produttive, soprattutto per il cambio di destinazione dei suoli agricoli che non sembra destinato ad esaurirsi, delle Costruzioni e del Commercio.
“I dati presentati dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Unioncamere Molise uniti ai segnali che provengono dall’economia reale” – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Molise, Pasqualino Piersimoni – “indicano che, a differenza di tante false partenze registrate in questi anni, stavolta forse siamo davanti ad una reale opportunità di invertire la rotta.
Ma per cogliere queste opportunità, per ridare lavoro a chi lo ha perso o ai tanti giovani che lo cercano, bisogna lavorare con determinazione per combattere le inutili incrostazioni burocratiche che frenano i nostri imprenditori, e semplificando il quadro normativo e fiscale su impresa e lavoro”.