Riportiamo il saluto di apertura del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2014-2015 dell’Università degli studi del Molise.
Signore e Signori, Signor Rettore, Autorità civili, militari e religiose, Professori, Personale tecnico e amministrativo, Studenti, Ragazzi,
il mio saluto come augurio sincero e sentito di crescita per il nostro Ateneo. Un saluto particolare al presidente Letta: un piacere, oltre che un onore, rivederlo e averlo qui oggi in mezzo a noi. Bentrovato Enrico.
Questa mia seconda partecipazione da presidente della Regione all’inaugurazione di un nuovo anno accademico è contrassegnata da importanti traguardi, che insieme, Università e Regione, ognuno nel rispetto delle proprie competenze, abbiamo raggiunto in questo anno. Insieme abbiamo superato difficoltà e insieme abbiamo individuato e costruito soluzioni volte, tutte, al rafforzamento e alla tutela della qualità formativa, la sola che ci consente di blindare l’eccellenza che questa Istituzione rappresenta per l’intera regione. E insieme, come non ricordarlo, proprio in questa Aula Magna, abbiamo vissuto l’immensa gioia della prima tappa del viaggio in Molise di Papa Francesco. Un’emozione che ancora respiriamo.
Venerdì scorso abbiamo annunciato, con gli studenti dell’Unimol, la delibera di giunta con la quale abbiamo riscritto la legge regionale per il diritto allo studio universitario. Lo abbiamo fatto con voi studenti, perché ci è sembrato giusto iniziare così. A vent’anni dalla prima stesura, arriva un nuovo testo che integra e, in fondo, possiamo dirlo, rivoluziona, il precedente dettato: ora poniamo al centro del diritto allo studio, declinato finora in termini meramente finanziari, un sistema rimodellato, ampliato e sviluppato di diritti. Una borsa di diritti che supera e arricchisce la tradizionale borsa di studio.
L’abbiamo fatto non solo perché avevamo assunto impegni precisi in campagna elettorale, impegni rinnovati in occasione dell’inaugurazione dello scorso anno accademico, ma soprattutto perché abbiamo voluto ascoltare, raccogliere e codificare le esigenze e le proposte che giovani menti brillanti hanno saputo suggerirci. Questo testo ci piace nella costruzione condivisa che c’è dietro. L’idea posta a base della riforma è quella di produrre un efficientamento della normativa, alla luce della cornice legislativa nazionale e della spending review, attraverso tre azioni: ridurre gli sprechi; riorganizzare le attività e le istituzioni pubbliche esistenti; riordinare i confini dell’intervento pubblico, restringendone l’area di azione.
Una riforma che prevede anche la riorganizzazione dell’Esu: avevamo chiesto al Rettore accoglienza per l’Ente nella sede universitaria e la sensibilità del professor Palmieri non è mancata. Ora siamo pronti noi a snellire l’organismo trasformandolo in un’agenzia che metta in pratica le misure di accompagnamento garantite dalla Regione.
Nel nuovo testo modernizziamo e attualizziamo il diritto allo studio: in particolare, viene estesa a tutti gli studenti, anche stranieri, la possibilità di usufruire dei servizi fondamentali per il diritto allo studio; la Regione supporta i servizi di assistenza a favore degli studenti partecipanti a programmi di mobilità internazionale, per accompagnare l’andata all’estero, confidando nel ritorno di menti aperte e arricchite, grazie all’esperienza maturata in altre parti del mondo; la realizzazione di una carta dei servizi; gli interventi a favore degli studenti lavoratori; gli interventi a favore degli studenti disabili e diversamente abili; l’assistenza socio-sanitaria, la ristorazione, il servizio abitativo per gli studenti fuori sede, la facilitazione del trasporto e le agevolazioni nell’acquisto dei biglietti o abbonamenti, il servizio librario per il potenziamento e l’aggiornamento annuale del servizio bibliotecario, favorendo anche l’editoria digitale e l’uso delle più avanzate tecnologie.
Parliamo di welfare universitario con un’attenzione sentita all’inclusione reale per offrire davvero a tutti una delle più grandi, belle, opportunità della nostra società: studiare, ossia amare la conoscenza, la competenza, la specializzazione di sé in mezzo agli altri per dare di più a se stessi e agli altri.
La chiave di volta, la forza per crescere, per far crescere il nostro Molise, sta nella collaborazione.
E collaborando abbiamo messo in salvo risorse preziose riattivando i progetti di ricerca proposti alla Regione da questo Ateneo, come da impegno: con la delibera n. 587, adottata la scorsa settimana, abbiamo recuperato ulteriori 2 milioni di euro per una ricerca di qualità, attinente alle vocazioni del nostro territorio. Potremo lavorare ad altri progetti che si aggiungono agli otto già avviati per un impegno di 1,5 milioni di euro.
Impegni importanti, questi elencati, che andranno a inserirsi, rendendolo ancora più sostanzioso, nel portafoglio delle importanti iniziative già realizzate.
A dicembre, nelle sale espositive della Ex Gil di Campobasso si alzerà il sipario su uno degli eventi artistici più prestigiosi di sempre: la mostra di Giorgio de Chirico. Una mostra che segue a distanza di un anno un’altra straordinaria esperienza che ha incantato tutti noi, l’antologica del Maestro Gino Marotta. Due eventi, de Chirico e Marotta, possibili proprio grazie alla fusione di impegno, volontà e capacità che Università e Fondazione Molise Cultura hanno saputo mettere a fattor comune per la crescita culturale della nostra regione. Ancora sul piano culturale e ancora insieme, Università e Regione, con la partecipazione del Mibac, abbiamo dato vita a un master per la progettazione e pianificazione del paesaggio e dei beni culturali con un ciclo di seminari “Molise tra storia e paesaggio” che, passando per la valorizzazione dei nostri tesori artistici, architettonici e paesaggistici, ha consentito due cose: l’approfondita conoscenza di tali beni e il confronto diretto con esponenti di spicco nazionale e internazionale nelle varie discipline richiamate.
In termini occupazionali abbiamo condotto, sempre insieme Università e Regione, importanti iniziative destinate all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro come Garanzia Giovani e siamo andati avanti con sempre maggior entusiasmo con Molise Start cup: la gara, chiamiamola così, tra le tante idee possibili di sviluppo e innovazione, abbiamo collaborato nella redazione del nuovo Psr e dato profonda attenzione alla pianificazione forestale.
Altissimo momento per il nostro territorio, poi, il riconoscimento e l’approvazione, nel mese di giugno, della Riserva Mab di Collemeluccio-Montedimezzo, la Riserva ampliata (Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise) è entrata a far parte a pieno titolo del Network mondiale delle riserve della biosfera del programma Mab Unesco e tutti ci rendiamo conto del significato di questo riconoscimento, che non è mero prestigio ma potenzialità infinite che su esso si innestano, grazie alla lungimiranza degli amministratori locali interessati, alla sapienza dei docenti, dei ricercatori e degli studenti coinvolti, all’ausilio del Corpo forestale.
Non sono state partite facili, ma insieme le abbiamo vinte.
La risposta più incoraggiante a questo lavoro di squadra è arrivata con l’aumento del numero degli iscritti all’Università degli studi del Molise: un boom, come hanno titolato i giornali locali. Siamo tutti fieri di questo e siamo profondamente riconoscenti a chi ha reso possibile, con la sua professionalità – i docenti e il personale tecnico, amministrativo – tutto ciò.
E tutto ciò, che si lega indissolubilmente alla qualità non solo dell’offerta formativa ma anche alla qualità di vita che in questa nostra Università è immediato respirare e riconoscere, ne sono certo, blinda l’esistenza di questa importante realtà.
Con il professor Palmieri da un po’ di tempo ci ritroviamo ospiti in confronti pubblici sul senso dell’autonomia regionale o di una regionalizzazione più ampia, per quanto ci riguarda la Marca Adriatica. Comprendo i dubbi espressi attraverso la metafora delle fusioni societarie dove i piccoli finiscono sempre per essere fagocitati dai grandi. È un timore giusto, negarlo suonerebbe sciocco, tuttavia penso che la condivisione dei servizi, delle infrastrutture, dei centri decisionali non possa che significare il potenziamento delle eccellenze che ogni realtà coinvolta può vantare. E oggi, stando propri ai numeri di successo che Unimol registra, possiamo dire che il nostro Ateneo è tra queste.
Buon nuovo anno accademico a tutti.
Paolo di Laura Frattura