Pietro Colagiovanni*
Il territorio: oggi siamo in Piemonte, in una delle zone più importanti per la produzione di vino di qualità, a Ghemme famoso per il suo omonimo rosso da Nebbiolo, rosso che fa concorrenza al più celebre Barolo. Ma questa settimana ci occupiamo di un rosato, sempre da uve Nebbiolo, un prodotto che sta progressivamente conquistando fette di mercato e consensi. Il vino rosato sino a qualche anno fa era considerato una specie di sottoprodotto dell’industria vinicola, un ibrido sovente di qualità non eccelsa, considerato dagli esperti un fratello minore e trascurabile nel panorama della vinificazione.
Poi l’evolversi del gusto, verso vini meno impegnativi e pensosi e il netto miglioramento della qualità media dei rosati hanno portato ad un costante successo del mercato, sia a livello mondiale (la Francia primo produttore) sia a livello nazionale (l’incremento anche in Italia di consumo e produzione è da anni costante e continuo). E ormai la vinificazione del rosato, sia pure concentrata storicamente in alcune aree (Puglia in primis ma anche Abruzzo e Lombardia) si è diffusa su tutto il territorio nazionale, anche nel Piemonte dei grandi e austeri rossi invecchiati.
Il rosato Burlan è prodotto da una storica cantina del novarese ubicata a Ghemme, città del vino di 3300 abitanti circa. Un comune di origini molto antiche, celtiche ubicato sulla riva sinistra del fiume Sesia, vicino ai confini della provincia di Vercelli. Ghemme fu un centro importante nel Medioevo perchè molto fertile e già rinomato per la produzione di vino, vino già decantato dallo storico romano Plinio. Nel suo territorio si insediarono le principali famiglie novaresi e milanesi sino a quando entrò a far parte del dominio dei Savoia. Da visitare oltre alle numerose cantine presenti sul territorio la chiesa di Santa Maria Assunta e la cascina-castello di Cavenago.
Il vitigno: il Barlan è realizzato in purezza con una delle uve più importanti, più rinomate, più affascinanti della produzione vinicola italiana, il Nebbiolo. Vitigno a bacca rossa di complessa vinificazione dà vita ai grandi rossi del Piemonte Barolo su tutti ma anche Ghemme, Gattinara, Barbaresco e Roero e nella vicina Lombardia, allo Sfursat della Valtellina. Perchè si chiami Nebbiolo è ancora oggi oggetto di discussione. C’è chi sostiene che il nome deriva dalla abbondante pruina presente sugli acini tale da creare quasi un effetto nebbia e chi ritiene che il nome derivi dal momento in cui il Nebbiolo, uva a maturazione tardiva, viene vendemmiato, in autunno periodo di diffuse nebbie. Dal Nebbiolo si ottengono vini longevi, dai profumi intensi ed eleganti, adatti ad un lungo invecchiamento.
Il vino: la cantina Torraccia di Piantavigna deve il suo nome a Pierino Piantavigna che negli anni 50 impiantò i primi vigneti sulle colline di Ghemme, una delle quali detta proprio Torraccia. L’azienda attuale deve la sua fondazione al nipote di Pierino, Alessandro Francoli, coltiva 40 ettari ed è ormai un punto di riferimento per la produzione di vini rispettosi della storia e della tradizione del territorio di Ghemme. Il Barlan, il cui nome deriva da una figura allegorica del carnevale di Ghemme, affina, dopo una raccolta a mano delle uve e una fermentazione a bassa temperatura, 5 mesi in acciaio e un mese in bottiglia. Dal colore rosa antico ha profumi armonici di fiori e frutta di bosco, composti ed eleganti. Al sorso fa trasparire, nonostante una gradevole bevibilità l’importanza dell’uva con cui è prodotto, dandogli importanza e personalità. E’un vino ben riuscito, fresco ed elegante, un rosato di qualità, capace di rendere popolare e accessibile un’uva i cui prodotti sono spesso relegato ai circoli iniziatici degli esperti e degli intenditori. Un prodotto molto versatile, ottimo in abbinamento con antipasti e primi piatti di pesce ma anche con primi piatti di terra non eccessivamente strutturati o con formaggi freschi o di media stagionatura.
Valutazione: 4,25/5
Prezzo medio: 12 euro
Rapporto qualità/prezzo: corretto
* fondatore e amministratore del gruppo Terminus, giornalista, sommellier Ais
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