di Pietro Colagiovanni*
Il territorio: restiamo questa settimana in Campania ma ci spostiamo nella culla della rinascita enologica di questa regione, l’Irpinia con uno dei suoi marchi più noti e famosi, la cantina Feudi di San Gregorio. Siamo a Sorbo Serpico, in provincia di Avellino, piccolo comune collinare di 587 abitanti. Siamo nel cuore dell’Irpinia, la verde Irpinia un posto ideale per la coltura della vite. La storia di queste zone è molto antica e risale alle prime popolazioni italiche.
Una di queste era proprio quella degli irpini, il cui nome deriva da Hirpus che nella lingua osca significa lupo. Sconfitti dal dittatore Silla, gli irpini persero definitivamente la loro autonomia e indipendenza. L’Irpinia durante l’età romana fu prima legata al Sannio, fu poi aggregata alla Puglia e infine con Adriano passò definitivamente alla Campania. Nel medioevo fece prima parte del ducato di Benevento, poi del Principato di Salerno e con gli Angioini entrò a far parte del regno di Napoli e gli fu concesso un giustizierato a parte, denominato Principato Ulteriore. Una delle produzioni più conosciute di queste terre è proprio il vino, con un riscatto produttivo e qualitativo accelerato negli ultimi decenni. Feudi di San Gregorio è uno dei grandi produttori irpini simbolo di questa rinascita.
Fondata nel 1986 dalle famiglie Capaldi ed Ercolino produce 3,8 milioni di bottiglie con 300 ettari vitati, tutti ancorati ai vitigni autoctoni campani.
Il vitigno: il Dubl Metodo Classico è vinificato in purezza con uve di Aglianico. Un’uva a bacca rossa molto antica, diffusa in tutto il Meridione ed anche nel Lazio, in Umbria ed in Sardegna. Un vitigno che presenta tante diversità e biotipi a seconda del posto in cui viene allevato.
L’origine del nome più accreditata è quella che deriva dal latino juliatico, del mese di Luglio quindi, perché il vitigno ha una maturazione tardiva e non precoce. I vini prodotti con Aglianico hanno forte struttura tannica e sono adatti ad un lungo invecchiamento.
Il vino: lo spumante rosè Dubl fa parte di una linea di spumantizzazione della Feudi di San Gregorio che utilizza vitigni autoctoni campani seguendo il metodo classico (quello con la rifermentazione in bottiglia, quello dello Champagne per capirci). Vinifica in acciaio con un breve contatto con le bucce per poi fare 18 mesi di affinamento sui lieviti. Il colore è tenue con tratti di bella lucentezza.
Al naso prevalgono i frutti rossi con nuance di rosa e pepe nero. Al sorso è gradevole, con sapidità giusta, profumi gradevoli sostenuti da una struttura buona e solida. E’ uno spumante versatile e molto piacevole che regge antipasti ma anche primi e secondi di pesce. Imbattibile con la pizza. Un vino di ottimo livello con un unico problema: la bottiglia rischia di terminare troppo presto.
Valutazione: 4,125/5
Prezzo medio: 20 euro
Rapporto qualità/prezzo: favorevole
*fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais
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