Sono solo sei i riconoscimenti dop e Igp che vedono protagonista il territorio molisano, di cui solo la Dop “Molise” Olio extravergine è tutta molisana, le altre cinque sono in comproprietà con altre regioni: il “Caciocavallo silano” Dop, con le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; la “Mozzarella” e la “Ricotta di Bufala Campana”Dop, con Lazio, Campania, Puglia; il “Salamino italiano alla cacciatora” dop, con Emilia Romagna; Marche, Umbria e Abruzzo; una Igp “Vitellone bianco dell’Appennino centrale” con Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. In pratica il Molise è terz’ultimo nella classifica delle Regioni, in quanto a riconoscimenti delle nostre eccellenze, pur avendo un paniere abbondante di prodotti tradizionali, cioè di prodotti conosciuti e classificati da oltre 25 anni, (159 sui 4.813 ad oggi riconosciuti) che lo inseriscono al 12° posto nella classifica delle regioni.
C’è un potenziale che è tutto da sfruttare, ma perché ciò accada è necessario che ci sia una crescita della consapevolezza del valore e significato della qualità che, come si sa, è nell’origine, cioè nel territorio che la esprime. Ma, come la storia del Molise insegna, non basta questo pregio se non c’è una precisa volontà politica, necessaria per tracciare il percorso che porta – insieme pubblico e privato, cioè produttori e trasformatori con le loro associazioni; enti e istituzioni, con la Regione in testa –ai riconoscimenti di alcuni prodotti e pietanze che sono già oggi immagine del Molise.
Si tratta di porre l’attenzione su alcune potenziali eccellenze e di lavorare per renderle testimoni di territori, sapendo che – mediante un’attenta azione di marketing – possono dare le risposte che da tempo aspettano gli operatori impegnati nella coltivazione, raccolta e trasformazione. Con essi, aspettano anche i territori interessati che, con la presentazione e crescita dell’immagine di questi testimoni, hanno uno stimolo per cogliere l’opportunità di mettere in vetrina altre eccellenze e altre preziosità.
Penso a Langhirano e a Borgotaro, due comuni della provincia di Parma, famosi, il primo, per il suo “Prosciutto di Parma” Dop e, il secondo, per il fungo “Porcino” Dop; a San Daniele del Friuli e al suo “Prosciutto” Dop; alla Valle d’Aosta e alla sua “Fondina”, un formaggio Dop; a Serrapetrona nelle Marche e alla sua “Vernaccia” Dop; a Canino in provincia di Rieti e al suo “Olio extravergine” Dop; ai tanti vini del Piemonte, Veneto, Toscana, Campania, Puglia o alla Sardegna e alla “Vernaccia di Oristano” Dop; a Bronte e al suo “Pistacchio” Dop; a Tropea ed alla sua “Cipolla rossa” Igp; a Moliterno in provincia di Potenza e al suo formaggio ovimo-caprino “Canestrato” Igp; all’Alto Adige ed al suo “Speck” Igp; Alla Val di Non ed alla sua “Mela” Dop; alla Valtellina e alla sua “Bresaola” Igp; a Castelluccio di Norcia in Umbria e alla sua “Lenticchia” Igp; alla Riviera Ligure e al suo “Olio” Dop; a Navelli de L’Aquila ed al suo “Zafferano” Dop.
Per il Molise c’è da pensare al “Tartufo Bianco” Dop; alla “Pampanella di San Martino” Dop o Igp; alla “Ventricina di Montenero di Bisaccia” Dop; alla “Scamorza di Bojano” Dop; alla “Stracciata di Agnone” Dop; al “Pane di Longano” e/o il “Pane d Venafro” Igp; al “Brodetto alla termolese di Tornola” Igp; alla “Salsiccia di Pietracatella“; al “Fagiolo bianco di Acquaviva di Isernia” Dop; alla “Signora di Conca Casale”Dop; alla “Capra di Montefalcone”: alle “Ostie” di Agnone; ai “Torcinelli” del Molise; alla “Mozzarella” STG, il marchio riguardante le Specialità Tradizionali Garantite.
Si tratta solo, preso atto della forza commerciale e d’immagine di questi riconoscimenti, di lavorare per costruire i disciplinari di produzione di ognuna di queste indicazioni geografiche Dop, Igp e Stg; seguire e comunicare ogni passaggio; promuovere i singoli prodotti per dare stimoli e voglia d’intraprendere ai produttori e trasformatori e, così, renderli protagonisti.