Un convegno a Riccia per ricordare la figura di Don Salvatore Moffa, religioso e studioso

L’Amministrazione Comunale di Riccia e il Comitato Festa San Michele ricordano a dieci anni dalla scomparsa Don Salvatore Moffa. Lo fanno con un Convegno organizzato per venerdi 23 settembre 2016, con inizio alle ore 17.30, che si svolgerà presso la sala conferenze dell’ex convento dei Cappuccini a Riccia.
L’incontro sarà aperto dai saluti del sindaco Micaela Fanelli e del Presidente del Comitato Festa San Michele, Giovanni Poce. Seguiranno le relazioni del Vicario dell’Arcidiocesi di Benevento, Mons. Pompilio Cristino, che parlerà del magistero sacerdotale svolto per più di 70 anni, e del dott. Giorgio Palmieri, dell’Università degli studi del Molise, che tratteggerà la figura dello studioso, concentrandosi soprattutto sulla produzione dedicata a Riccia.
Numerose anche le testimonianze di amici che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato la disponibilità e la curiosità intellettuale che fino agli ultimi istanti di vita lo ha animato.
Il convegno sarà moderato dal consigliere delegato alla Cultura del Comune di Riccia, Antonio Santoriello.
Don Salvatore Moffa si spegneva a Benevento Il 22 luglio 2006. Era nato a Riccia il 27 novembre 1910, primogenito di quattro figli. Compì gli studi seminarili a Larino e nel 1933 fu ordinato sacerdote a Benevento.
Ha sempre abitato nella città sannita, ma ha mantenuto stretti rapporti con Riccia, in cui tornava frequentemente cercando di essere presente alle manifestazioni di natura religiosa e culturale. Alla sua famiglia appartiene nel paese la chiesa di San Michele Arcangelo, edificata dal bisnonno Giuseppe agli inizi degli anni Trenta dell’Ottocento. Conosciutissimo e apprezzato in tutto il Molise e nel Sannio fu Rettore della basilica di Santa Sofia in Benevento, docente di Lettere in Seminario per quasi cinquant’anni, docente di Religione nelle scuole statali e di Patrologia e Teologia Pastorale al Seminario Regionale “PIO XI”, Assistente e Guida spirituale dell’Azione Cattolica Diocesana e Campana dal dopoguerra.
Iniziò a pubblicare giovanissimo articoli e saggi, collaborò con numerose riviste regionali e nazionali, e scrisse per anni sull’”Osservatore Romano” e sull’”Avvenire”. Si interessò prevalentemente di letteratura, di storia e critica d’arte, di religione e di storia locale.

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