UIL RUA: nel Rapporto ANVUR quadro impietoso del sistema universitario e della ricerca: no a slogan sì ad investimenti reali e mirati

“La necessità che come UIL RUA sosteniamo da anni relativamente agli investimenti nei settori dell’Università, della Ricerca e dell’AFAM, purtroppo sono confermate dal Rapporto 2016 dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, nel quale si evidenzia come le politiche dei Governi, negli ultimi dieci anni, stanno attuando un complessivo smantellamento dell’alta formazione e della ricerca del nostro Paese, in particolare nelle aree del Centro e del Mezzogiorno.” Cosi Sonia Ostrica, Segretaria Generale della Uil Ricerca Università ed Afam in una nota rilasciata stamani alla stampa. “In questi anni- prosegue il Segretario- abbiamo assistito ad una drastica riduzione del numero delle immatricolazioni negli Atenei, pari complessivamente a -9,6% tra il 2008 e il 2014; ma la spaccatura del Paese appare ancora più evidente se si considera che il calo degli studenti immatricolati con età pari o inferiore ai 20 anni è stato del 17% per gli Atenei del Mezzogiorno. In sostanza si sta acuendo la frattura tra le aree del Paese a tutto svantaggio di Regioni su cui si dovrebbe investire proprio in formazione e ricerca per sostenere un rilancio economico e sociale. Dal Rapporto emerge anche, per quanto attiene il sistema dell’AFAM che la valorizzazione di esso avvenga per una nuova regolamentazione e l’equiparazione effettiva con il sistema universitario”.
In queste condizioni- conclude la Segretaria- ed anche con il precariato che diviene strutturale, il blocco del turn over che ha determinato una riduzione del personale con un conseguente aumento dell’età media dei dipendenti, si avverte la necessità di investimenti seri e programmati in grado di garantire di strumenti adeguati, di valorizzare le competenze, di sbloccare le dinamiche salariali e di carriera, di avviare una fase di reclutamento straordinario e di stabilizzazione dei precari, e non certo di riforme fallimentari e ancora di tagli.
Anche Andrea Cutillo, Segretario UIL RUA del Molise, è intervenuto sulla vicenda ricordando come “la ricerca pubblica rappresenti un valore di tutta la Nazione, soprattutto per quelle regioni, come il Molise, che nella nuova visione di sviluppo sostenibile, caldeggiata dall’intera comunità scientifica, presenta degli evidenti punti di forza.”
Alla luce dell’imminente firma del “Patto per il Molise”, che dovrebbe portare nuove risorse in regione anche per la ricerca e l’innovazione, il Segretario invita però alla cautela: “Ascolto toni, a mio avviso, eccessivamente euforici e trionfalistici. La disponibilità di “nuove” risorse per settori strategici come la Ricerca e l’Università rappresenta indubbiamente un fattore positivo per lo sviluppo; il finanziamento però apparirebbe sotto una luce diversa ove si verificasse che le istituzioni fossero un mero ponte per “reindirizzare” verso la ricerca privata risorse derivanti dai tagli alla ricerca pubblica.
Inoltre, attraverso un efficiente sistema di monitoraggio, va, a nostro avviso, evitato il rischio, purtroppo frequente, di finanziare imprese destinate a durare solo il tempo dei finanziamenti. Al contrario, l’utilizzo dei fondi dovrà servire ad un effettivo rilancio stabile e duraturo dell’occupazione attraverso un elevato supporto in termini di conoscenza che le istituzioni sono perfettamente in grado di fornire.
In sintesi il sostegno alle imprese non può reggersi su risorse reperite prioritariamente attraverso tagli indiscriminati, soprattutto se nei nostri settori”.

E’ determinante – conclude Cutillo – che tutti gli attori politici del Molise riconoscano come strategica la valorizzazione della cultura, della ricerca, dell’innovazione e della formazione; in questo quadro viene identificato il ruolo incisivo dell’Università come anche del Conservatorio, istituzioni che devono essere considerate pienamente partecipi al potenziamento strutturale della regione anche in virtù di una riconosciuta capacità di rinvigorire e, perché no?, differenziare in maniera intelligente e flessibile l’offerta formativa”.

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