“La situazione politico sindacale e sociale è davvero complicata e molto impegno viene richiesto al Sindacato in ogni contesto di lavoro e di vita e ovunque sul territorio, oltre che nelle categorie, nei servizi, nelle strutture operative. Intanto abbiamo dinanzi appuntamenti importanti: dal contrasto dei contenuti e dell’impostazione della Legge di stabilità alla mobilitazione per la contrattazione nel pubblico impiego, dai contratti nel settore privato alla rimodulazione della Legge Fornero, dai tagli alle risorse dei patronati e dei Caf alle iniziative per il sociale e per l’ambiente. Si tratta di temi di livello nazionale cui si affiancano questioni specifiche della realtà molisana: dall’area di crisi alla sanità, dalle partecipate allo smantellamento di presidi dello Stato.
La Regione Molise ormai è vicina al punto di non ritorno ed è necessario che si cominci a lavorare concretamente ad un percorso di ripresa. Ogni settore è ormai stremato e assistiamo quotidianamente a licenziamenti, contratti che non vengono rinnovati, servizi essenziali sempre meno rispettati, accesso al credito ormai irraggiungibile. La politica e l’intero sistema amministrativo non riescono più a governare i processi a cui è chiamato a rispondere, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La situazione molisana, ovviamente, non si scosta da quello che è lo scenario nazionale e il Sindacato è chiamato ad uno sforzo ancora maggiore, continuando a fare proposte, incalzando la classe dirigente e tenendosi pronto a mettere in campo tutte gli strumenti che sono nelle proprie disponibilità per far sentire la propria voce.”
Così Tecla Boccardo durante il confronto tenutosi presso la sede della UIL Molise, alla presenza dell’ Esecutivo Regionale Confederale e di diversi Dirigenti dell’Organizzazione.
Ospite della UIL molisana, il Segretario Confederale Nazionale Tiziana Bocchi, Responsabile della Contrattazione privata e delle Politiche settoriali.
“La Uil, ha esordito Bocchi, nelle ultime settimane sta mettendo in campo una propria idea di sviluppo che parte da una sostanziale riforma del modello contrattuale e che attraverso l’individuazione di regole condivise basate su una forte rappresentanza del sindacato, possa diventare elemento di crescita del Paese, coniugando gli interessi dei lavoratori e delle imprese.
Siamo decisi a coprire un ruolo centrale in questo processo perché ad oggi non vediamo nella prospettiva della politica un reale programma di crescita, così come non vediamo una linea di indirizzo del Governo che miri ad una crescita armonica del territorio.
Consapevoli che le risorse a disposizione siano limitate, chiediamo comunque che tali economie vengano utilizzate intelligentemente in modo da giovare quante più persone e con il fine di generarne di nuove, attraverso sistemi di sgravi, detassazioni ed incentivi
Per la UIL l’obiettivo comune deve essere rilanciare l’economia nazionale a partire dai consumi interni che costituiscono ad oggi il mercato privilegiato di circa l’80% delle nostre imprese.
Abbiamo, ad esempio, tanto Made in Italy che ha bisogno di essere rivalutato e sostenuto e la prima azione da compiere è proprio lavorare sulle strutture del Paese, anche dal punto di vista logistico, ponendo rimedio alle grandi carenze infrastrutturali che rallentano qualunque processo economico.
Dal punto di vista dell’occupazione, invece, la Bocchi ha affermato che “Non possiamo più vivere di piccoli scostamenti decimali per giustificare le manovre economiche di vasta scala.
Gli effetti della riforma sul lavoro, infatti, sono ancora legati a percentuali vicine allo zero ed ancora non offrono lo slancio che ci si aspettava. I dati positivi, spesso mostrati ed ostentati, non sono altro che stabilizzazione di contratti precari. Per carità, un passo in avanti, ma noi abbiamo bisogno di nuova occupazione per far ripartire l’economia italiana e siamo pronti a dare il nostro apporto attraverso la nuova contrattazione, nella tutela delle condizioni di lavoro ed economiche delle lavoratrici e dei laboratori, favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la formazione e la riqualificazione professionale.”
UIl: La Regione Molise ormai è vicina al punto di non ritorno
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