L’applicazione in Molise del decreto Balduzzi – che persegue la finalità di rimodulare la sanità in base a criteri demografici – comporterebbe il declassamento degli ospedali di Isernia e Termoli a presidi di base, la soppressione degli ospedali di Venafro, Larino ed Agnone, il declassamento dell’ospedale “Cardarelli” di Campobasso a presidio di primo livello. Il Cardarelli, dunque, diverrebbe un dipartimento di emergenza e accettazione atto a garantire solo le funzioni di Pronto Soccorso, di osservazione e di breve degenza con esclusione, dunque, di funzioni di più alta qualificazione, pur sempre legate all’emergenza, quali la neurochirurgia, l’emodinamica, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia toracica e la chirurgia vascolare che sono, invece, proprie di un dipartimento di II livello. Di contro ed, invero, incomprensibilmente veniva predisposto l’ampliamento del forno inceneritore installato presso il Presidio Ospedaliero “Cardarelli”. L’Ospedale di Isernia, inoltre, perderà i reparti di Ostetricia e Ginecologia, Otorino, Pediatria ed altre specialità.
Seppure tale scenario fosse stato prospettabile da tempo unitamente all’impatto apocalittico che tali “manovre” avrebbero comportato sulla fruizione dei servizi sanitari da parte dei cittadini – con buona pace della tutela del loro diritto alla salute – e sulle sorti del personale medico ed infermieristico già condannato dalla ormai irreversibile situazione di precariato, l’Amministrazione Regionale nulla ha inteso fare al fine di arginare tale catastrofe la cui realizzazione scriverebbe la parola “fine” sulle sorti della sanità molisana.
La Conferenza Stato-Regioni, tenutasi ad agosto dello scorso anno, costituiva l’opportunità per le Regioni di proporre emendamenti al decreto Balduzzi, ma nell’ambito di tale Conferenza la Regione Molise era …ASSENTE, rinunciando a priori a battersi per difendere due dei diritti fondamentali dell’individuo, peraltro costituzionalmente presidiati, quello alla SALUTE e quello al LAVORO. E, dunque, quando anche i diritti fondamentali del cittadino, sanciti e garantiti dalla Carta Costituzionale, vengono disattesi in ragione dell’inerzia e dell’indifferenza di chi ci governa, è legittimo chiedersi quali interessi la nostra classe politica sia impegnata a tutelare.
Le coscienze dei cittadini non possono non insorgere dinanzi ad un scenario come quello in cui il nostro Molise è stato confinato dove la salute ed il lavoro vengono colpiti nel peggiore dei modi perché lasciati sprofondare nell’indifferenza della classe politica e prevaricati dalla logica dell’interesse privato, del sistema clientelare ormai radicato, soprattutto allorché emerge con chiarezza che l’obiettivo primo dei nostri amministratori anziché essere costituito dal rilancio del sistema sanitario pubblico molisano si risolve in una – invero grossolanamente malcelata – tutela delle strutture private. In proposito, appaiono quanto mai appropriate le parole di Arthur Schnitzler – scrittore, drammaturgo e guarda caso… medico! – allorché lo stesso asserisce che: <<La gente che si lascia infinocchiare è più pericolosa di quella che imbroglia e la gente che si lascia corrompere più vituperabile di quanto non siano i corruttori>>. Per cui, insorgiamo con forza contro chi baratta i nostri diritti fondamentali con il proprio tornaconto, “amputa” barbaramente la Giustizia quando essa minaccia di colpire, imbavaglia l’informazione tentando di inibire la capacità di critica e di giudizio dell’opinione pubblica. L’U.G.L Molise esprime estrema solidarietà alla propria terra percossa e…fratturata. UGL Molise