“La tutela del mondo ittico e dell’economia della pesca deve essere orientata a valorizzare le specificità, non annientarle. Non è possibile applicare regole asettiche, come è nel caso della pesca del pesce spada, per cui diciamo chiaramente no all’ipotesi di un Tonno 2 La riscossa. La nostra battaglia è mirata alla salvaguardia delle piccole e medie imprese del comparto ”.
L’onorevole dem Laura Venittelli, componente della XIII commissione alla Camera dei deputati e responsabile nazionale del Pd per Pesca e acquacoltura ha presentato una risoluzione che impegni il governo Renzi a battersi nelle sedi proprie internazionali, dell’Unione europea e dell’Iccat.
“Non vogliamo assolutamente che anche per questo tipo di pesca si arrivino a determinare le quote come già avvenuto per il tonno rosso, cappi burocratici che causano solo l’impoverimento delle aziende di pesca. Sono altri gli strumenti utili a favorire la riproduzione delle specie, sostenendo altresì il mercato e la redditività delle flottiglie. Anche perché i mari italiani non sono di certo equiparabili all’oceano Atlantico. La nostra è una posizione chiara, che purtroppo non viene recepita in alcuni gruppi parlamentari, che sposano la logica netta delle misure forzose, inconsapevoli o colpevolmente coscienti che spazzerebbero via quasi mille impresa di pesca nel bacino meridionale del Paese”.
Nel dispositivo della risoluzione si impegna, dunque, il Governo a negoziare in sede europea e Iccat misure di gestione che tengano conto della specificità e della tradizione del nostro paese, anche in considerazione del contributo del sistema pesca nazionale alla tutela degli stock ittici e alla difesa della qualità del pescato; a introdurre misure alternative al cosiddetto “Tac” (Totale Ammissibile di Catture) del pescespada nel Mediterraneo in grado di contribuire efficacemente a ridurre la pressione sullo stock quali chiusure spazio temporali, limitazione nel numero degli ami in funzione del numero di membri di equipaggio a bordo di ciascuna imbarcazione, riduzione della lunghezza del trave (oggi fissato dall’Iccat in 55 km), dispositivi per la tracciabilità del prodotto sbarcato, sistemi di monitoraggio delle imbarcazioni autorizzate; a valutare preventivamente, prima di sottoscrivere accordi in sede europea o internazionale, le implicazioni socioeconomiche di introdurre misure quali totale ammissibile di catture (Tac), comunque da riferire all’intero ammontare di pescespada pescato nel paese; a disporre adeguate misure a salvaguardia dell’occupazione e delle imprese di pesca in relazione agli interventi di tutela dello stock ittico; a introdurre efficaci sistemi di identificazione, per evitare il consumo di prodotto di provenienza illecita; a regolamentare la pesca non professionale.