C’è ottimismo sul futuro del Turismo in Italia, confortato dai numeri del 2015, che indicano una ripresa, ma anche dai forti cambiamenti che si annunciano nel quadro normativo di riferimento. Da anni, nel mirino delle imprese del settore, c’è la forte disomogeneità della programmazione turistica regionale, a cui dovrebbe porre fine la Riforma del Titolo V della Costituzione, che riporterà allo Stato le competenze in materia.
Le norme del Titolo V che adesso nel disegno di legge vengono modificate sono la causa principale di questi anni sbagliati, in un certo senso perduti, in cui, anziché promuovere l’Italia all’estero come Paese, sul piano internazionale c’è stata una promozione frammentata delle singole Regioni, Il Titolo V riporta questo nelle mani dello Stato, insieme alle Regioni, anche in attesa che la Riforma Costituzionale completi il suo percorso attraverso l’Enit, che nasce esattamente per questo: soprattutto fuori dai confini europei il Paese deve promuoversi come un unico Paese e non avere una presentazione frammentata e dispersiva tra le singole Regioni. Si fa dunque concreta la possibilità di entrare in una stagione diversa, ha detto Franceschini , che ha promesso un’attività di sostegno alle imprese del settore attraverso incentivi, risorse e regole da individuare insieme ai protagonisti. Occorre un piano strategico del Turismo in Italia che coinvolga tutti gli operatori poiché molto spesso la competenza è mancata in questo settore.
Alfredo Magnifico
Turismo, dalle riforme costituzionali ottimismo sul futuro
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