La Polizia di Stato di Campobasso, a seguito di approfondite indagini, ha denunciato all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà una donna di anni 30, E. D. per truffa ai danni di giovani in cerca di lavoro. La donna, presidente di un’associazione che evoca valori etici, impegnata solo di facciata nel volontariato, pubblicizzava l’organizzazione di corsi di formazione falsamente accreditati (per i quali spendeva nomi blasonati di Enti Pubblici, tra i quali quello della Regione Molise e del MIUR – estranei ai fatti) e, in cambio di somme di denaro accaparrate dai giovani in cerca di lavoro (che potevano oscillare da euro 400,00 a 1200,00), raggirava gli stessi con la promessa di rilasciare titoli di studio spendibili per ottenere punteggi nei concorsi pubblici, oppure l’automatica assunzione nella Pubblica Amministrazione.
Abilmente, la malfattrice, allo scopo di far perdere le sue tracce, cercava di giocare su nomi (colorati e di grosso impatto mediatico) di associazioni diverse (bastava una “i” in più o in meno per richiamare organismi all’apparenza diversi, con anche codici fiscali differenti, ma a lei comunque riconducibili) e con sedi variabili, l’ultima delle quali era collocata all’interno di una struttura dove si insegna musica.
In internet, per esempio, l’associazione aveva attratto diversi giovani, con la pubblicità di corsi di “Alta Formazione” con lo scopo dichiarato di “ organizzare attività formative e corsi di formazione riconosciuti e qualificanti, al fine di garantire educazione e formazione permanente nell’ambito sociale e non solo e, quindi, per le varie figure professionali che operano nel sociale e sono di supporto a coloro che ne hanno bisogno”.
Persino sui quotidiani locali e sul web, l’associazione pubblicizzava corsi di formazione, dando conto “di essere sempre più vicino al mondo sociale e a coloro che hanno difficoltà.”
Veniva quindi esaltata una finalità etico-sociale sconosciuta all’ente organizzatore che aveva l’unico scopo di frodare le proprie vittime. E nel raggiro, le indagini hanno appurato che sono cadute decine di persone e fruttavano alla malfattrice almeno 4.000 euro al mese, naturalmente non dichiarati al fisco, perché formalmente apparivano come contributi all’associazione che per sua natura non ha finalità lucrative.
Numerosi i malcapitati identificati ed ascoltati dalla Squadra Mobile che ha condotto le indagini, d’iniziativa e su direttive del Sost. Proc. della Repubblica dott. F. Papa.
Perquisizioni sia presso l’abitazione in cui era domiciliata la truffatrice in un piccolo Comune della Provincia di Campobasso, sia presso l’ultima sede del sodalizio, hanno consentito di rinvenire
e sequestrare documenti e materiale pubblicitario determinante per supportare l’impianto accusatorio.
Si presume che, a fronte di quelli identificati ed ascoltati dalla Polizia, tanti altri sono caduti nella rete del raggiro sopra descritto e finora non hanno ancora denunciato il fatto: possono tuttavia farlo recandosi presso l’ufficio denunce o presso la Squadra Mobile della Questura di Campobasso.