Un’indagine Oxfam rileva che il 70% delle aziende, in Italia, non presta sufficiente attenzione al rischio di violazioni dei diritti umani e che poche imprese lavorano per prevenire i rischi lungo le filiere di produzione.
Si parla solo d’impatto delle aziende sul diritto del lavoro, ma anche di tutti i diritti umani, come: parità, inclusione, privacy, libertà di espressione e di iscriversi a un sindacato, accesso alle risorse naturali come acqua e terra, promozione della cura familiare, parità interna alla famiglia, salari che possano permettere accesso alle cure.
Secondo i dati il 12% delle aziende hanno adottato strumenti e processi di due diligence, mentre il 26% ha una policy aggiornata in termini di diritti umani, si tratta di dichiarazioni di impegno nelle quali l’azienda descrive cosa vuole fare e perché, la diligenza, il sistema di procedure e strumenti per tenere sotto controllo le aree di rischio, relazionare come questi rischi vengono tenuti a bada, con il coinvolgimento dei lavoratori e visite sul campo, un sistema strutturato per permettere ai lavoratori di fare segnalazioni attraverso un canale accessibile a tutti, multilingue e inclusivo, che consenta la presa in carico della segnalazione.
Ci sono i rischi connessi alle attività lungo la filiera di approvvigionamento, qui entra in campo una delle maggiori criticità evidenziate dalla ricerca: nel 61% delle aziende la responsabilità e la gestione del tema dei diritti umani è affidata unicamente all’area risorse umane e solamente nel 2% dei casi è coinvolto il settore acquisti, che è invece cruciale per la valutazione dei rischi lungo le filiere e la selezione di partner e fornitori, è necessario che le responsabilità siano condivise a tutti i livelli.
Il tema del rispetto dei diritti umani è concepito come tema di welfare aziendale, con lo sguardo degli imprenditori e dei manager rivolto ai dipendenti della propria azienda.
I processi di innovazione impongono la responsabilità alle aziende fuori dai confini della catena, un controllo maggiore sui fornitori e sui fornitori dei fornitori. Se l’azienda madre regola l’acquisto privilegiando l’economicità anziché il benessere dei lavoratori, la catena procederà in questo senso, sulle aziende che fanno uso di manodopera stagionale e per le quali la strozzatura sta nel prezzo d’acquisto.
La consapevolezza maggiore si registra sul versante dei problemi ambientali, poiché siamo di fronte a fattori oggettivi, come lo sversamento di acque inquinanti o rifiuti che vengono bruciati irregolarmente, qui non è questione di interpretazione ma maggiore è la volontà di denunciare e reclamare da parte di tutti.
Si evidenzia il bisogno delle aziende di informazione, formazione, sensibilizzazione dei dipendenti e del management in tema di diritti umani (41%), di un supporto specializzato (27%), un fattore al quale è necessario dare rilievo in quanto è fondamentale che si diffonda una cultura della consapevolezza, che solleciti tutti gli attori a porsi domande.
Il ruolo del sindacato è fondamentale, perché è il soggetto che sostiene tutti i lavoratori è difficilissimo individuare responsabilità in capo a singole aziende, in quanto le disfunzionalità sono sistemiche e per agire sul sistema è necessaria la partecipazione di tutti.
Alfredo Magnifico