Trivellazioni in mare, i comitati Possibile lanciano i referendum. Michele Durante: “Chiediamo ai Consigli delle Regioni costiere di sostenere i referendum contro le trivellazioni in Adriatico”.
Su due degli otto quesiti referendari che abbiamo depositato in Cassazione lo scorso 16 luglio, e sui quali abbiamo lanciato la raccolta firme, quelli che riguardano le trivellazioni sono talmente possibili che si stanno muovendo anche alcuni Consigli regionali. I quesiti in questione riguardano l’abrogazione dell’art.35, comma 1, della legge 134/2012 (conversione del decreto Sviluppo) e l’abrogazione dell’art.38, (in parte dei commi 1, 1bis, 5 e 6) della legge 164/2014 (conversione del decreto “Sblocca Italia”); ossia, in sintesi e rispettivamente, trivellazioni in mare e carattere strategico delle trivellazioni.
Sul tema, il governo ed i Ministeri interessati hanno dato il via, nelle ultime settimane, ad una serie di progetti previsti nel mareAdriatico, a pochi chilometri dalle coste: alcuni localizzati per regione, altri di più ampio respiro, come quello (uno degli ultimi autorizzati) che interessa circa 3 milioni di ettari di mare da Rimini fino al Salento, con la tecnica dell’airgun. Il tutto nonostante il ricorso presentato sullo Sblocca Italia alla Corte costituzionale da 9 Regioni, nonostante i diversi ricorsi sui singoli progetti presentati al TAR, nonostante le manifestazioni pubbliche di protesta di decine di migliaia di persone fatte in Abruzzo (60mila) e Basilicata (10mila), per esempio, nei mesi scorsi.
ATermoli (Cb) si sono incontrati i rappresentanti istituzionali delle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria per valutare la richiesta di referendum abrogativo, da alcune indiscrezioni pare su entrambi gli articoli:sia l’art.35 che il 38, in precedenza richiamati.
Mettiamo, pertanto, a disposizione dei Presidenti Luca Ceriscioli, Luciano D’Alfonso, Paolo Di Laura Frattura, Michele Emiliano, Marcello Pittella, Gerardo Mario Oliverio e-per loro tramite- ai rispettivi Consigli regionali i nostri quesiti referendari, già presentati in Cassazione, sugli stessi temi oggetto dell’incontro di Termoli. Chiedendo di voler convergere, tenuto conto della prerogativa riservata ai Consigli Regionali di poter indire un referendum senza passare per la raccolta di firme, se nel numero minimo di cinque; aderire ufficialmente e voler andare avanti insieme, verso il comune obiettivo di fermare lo scempio sulle nostre coste e sui nostri territori.
Invito che estendiamo, assieme a Green Italia, a tutti i soggetti politici e sociali, a tutti i movimenti, a tutte le associazioni, a tutto il Paese. La campagna è aperta a tutti, come a tutti è stata aperta la proposta. I referendum, infatti, partono dal basso, con il contributo di tutti. È questa la loro grande forza. Noi abbiamo semplicemente creato una possibilità. Non si tratta di aderire o non aderire ad una nuova formazione politica o di schierarsi per questo o quel partito o movimento, si tratta di costruire una sinergia trasversale, un’onda anomala che respinga con forza chi pensa di poter continuare indisturbato a saccheggiare i territori, a puntare su economie fallimentari e criminogene infischiandosi tanto dei cambiamenti climatici, quanto della distruzione di turismo ed eccellenze agro-alimentari, a considerare i cittadini alla stregua di muti e inerti numeri, da consultare il meno possibile.
Possibile
Comitati Abruzzo
Comitati Marche
Comitati Molise
Comitati Puglia
Comitati Basilicata
Comitati Calabria