Continua l’impegno del movimento Possibile contro le trivellazioni al largo delle coste molisane e, più in generale, nel mare Adriatico. Pochi giorni fa la Corte Costituzionale ha ammesso un solo quesito sui sei proposti dalle Regioni perché nella legge di Stabilità 2016 sono stati inseriti dei provvedimenti “correttivi” che, però, non daranno ai cittadini la possibilità di esprimersi compiutamente in merito. “Molti comitati si sono riattivati con una generica, ma quantomai opportuna difesa del territorio – ha affermato l’esponente del movimento, Michele Durante, intervenuto in conferenza stampa con gli altri componenti del comitato, Caterina Pinto e Antonio Di Monaco – anche se noi lo avevamo fatto prima raccogliendo per tre mesi le firme per i referendum e invitando i sindaci del basso Molise, le associazioni e i singoli consiglieri comunali a fare lo stesso non ricevendo però le risposte che ci aspettavamo”.
Dopo l’intervento della Corte Costituzionale che ha ammesso un solo quesito “oggi, a maggior ragione e con forza, ci mettiamo a disposizione e restiamo a fianco di quanti continueranno in questa battaglia proprio perché il singolo referendum non sana la questione perché riguarda in maniera tecnico-amministrativa i rapporti tra Stato e Regioni per le autorizzazioni, senza menzionarne il carattere strategico e l’opportunità di sviluppo economico per il Paese. Per questo – ha sottolineato Durante – facciamo una richiesta specifica al presidente della Regione perché sollevi il conflitto di attribuzione fra Stato e Regioni, così come ci risulta che altri presidenti stanno decidendo di fare. Per noi, è l’unica maniera per cercare di frenare le politiche del governo ormai molto decise che vanno contro le politiche ambientali e che mirano alla tutela e allo sviluppo degli interessi delle multinazionali, specialmente in campo energetico, nel nostro Paese e che, di fatto, non hanno una progettualità vera. Se il problema è attirare investimenti – ha concluso l’esponente di Possibile – facciamolo sull’energia rinnovabile e sulle opere necessarie perché al momento, sulle ricerche petrolifere in Adriatico, non se ne ravvede l’utilità in termini economico-finanziari anche per il crollo generale del prezzo degli idrocarburi che non giustifica nuovi investimenti nel settore”.
Trivellazioni in Adriatico, Durante: Frattura sollevi il conflitto di attribuzione fra Stato e Regioni
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