Si prevedono pesanti sanzioni a chi infrange la zona rossa e poi si obbligano gli autisti a vendere i biglietti e ad avere contatti ravvicinati con gli utenti.
In una parte significativa della nostra regione individuabile nel basso Molise, stanno emergendo palesi contraddizioni rispetto alla preoccupante diffusione del Covid, acuita ultimamente dalla estrema letalità provocata dalla mutazione del virus e dalle cosiddette varianti.
LE PALESI CONTRADDIZIONI DELLE AZIENDE IN ATTESA DEL VACCINO – E auspicando i sospirati vaccini per i quali le organizzazioni sindacali dei trasporti sono ancora in attesa di una risposta da parte della Regione in merito alla richiesta inoltrata lo scorso 9 gennaio al fine di considerare i lavoratori del settore del trasporto pubblico tra quelli particolarmente esposti al rischio contagio e ai quali occorrerebbe destinare in seconda fase il vaccino, continuano a verificarsi imposizioni da parte delle aziende che vanno esattamente nella direzione opposta rispetto alla necessità di prestare la massima attenzione.
QUEGLI ORDINI DI SERVIZIO SUI QUALI REGIONE E COMUNE DI TERMOLI FANNO “SPALLUCCE” – E’ ancora in vigore, ad esempio, l’ordine di servizio della GTM (azienda del trasporto urbano di Termoli) che impone di vendere i biglietti ai propri autisti. Una modalità di vendita che oltre ad essere superata nella stragrande maggioranza delle città italiane e oltre ad essere considerata “sospesa” per motivi di sicurezza da tutti i DPCM che si sono susseguiti dal marzo dello scorso anno, sembra peraltro ignorare la recente ordinanza n°9 del 7 febbraio 2021 emanata dal Presidente della Regione Molise con la quale si è deciso di istituire la cosiddetta zona rossa, avendo accertato “un constante ed esponenziale aumento dei contagi in quasi tutti i territori comunali facenti parte del distretto sanitario di Termoli”.
Sono passati più di dieci anni da quando il Comune di Termoli intimava all’azienda GTM di vendere i biglietti tramite punti vendita a terra ed emettitrici automatiche, è passato quasi un anno dalle importanti raccomandazioni impartite dal primo DPCM, e confermate da tutti gli altri susseguitesi, in cui si chiedeva alle aziende del TPL di dare corretta informazione all’utenza sul divieto di avvicinarsi e rivolgersi all’autista, è passata più di una settimana da quando il basso Molise è entrato in zona rossa, ma sembra che al datore di lavoro non importi della salute dei propri dipendenti ed il Comune di Termoli ignori e minimizzi i pericoli per la propria utenza.
DUE GIORNI DI SOSPENSIONE AGLI AUTISTI CHE HANNO PAURA DI CONTRARRE IL VIRUS – Questa attenzione all’incasso di denaro contante, a discapito delle più elementari norme di cautela nei comportamenti quotidiani, fa il paio con gli ordini di servizio emessi dall’ATM (società riconducibile alla stessa proprietà di GTM) e dalla SATI, anch’essi ancora spudoratamente in vigore e pertanto obbligatori anche sulle tratte che portano operai nelle zone industriali di Termoli ed Atessa.
E continuano imperterrite anche le pesanti sanzioni disciplinari (minimo due giorni di sospensione) nei confronti di tutti gli autisti che, adducendo unicamente ragioni di sicurezza a tutela dell’incolumità personale e dei rispettivi familiari, ritengo di non dovere espletare le operazioni di bigliettazione e che l’azienda peraltro impone in assenza sia di adeguati dispositivi di protezione individuale che di adeguato distanziamento dai viaggiatori.
Riteniamo che la prudenza, la cautela, la ragionevolezza ed infine la tempestività, siano gli strumenti fondamentali per affrontare le criticità sanitarie ed è per questi motivi che chiediamo un intervento immediato da parte di chi è preposto a prendersi cura delle nostre. già abbastanza sbandate, vite.
FILT CGIL
FIT CISL
UILTRASPORTI
UGL AUTOFERRO