L’operazione – che ha coinvolto tre regioni – è stata denominata “Doppio binario”.
Due le misure cautelari da parte dei carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, emesse a carico di due titolari e gestori delle aziende di trasporto e trattamento di rifiuti. Sono accusati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.
Il GIP del Tribunale di Napoli, ha ritenuto gravemente indiziate del delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.). In particolare, il GIP ha ritenuto che il quadro indiziario a carico degli indagati fosse grave in quanto riferito alla redazione di formulari di identificazione riportanti dati falsi, sia in ordine al sito di smaltimento, sia alla tipologia dei rifiuti, consistiti in pietrisco per massicciate ferroviarie, provenienti dai cantieri R.F.I – Rete Ferroviaria Italiana nonché in imballaggi di plastica, di carta e di cartone.
Le attività emerse nel corso delle indagini, analiticamente ricostruite nel titolo cautelare, hanno permesso di individuare due flussi illeciti di rifiuti, da qui “Doppio Binario”:
-il primo riguarda la gestione di complessive 300.000 tonnellate circa di rifiuti speciali (pietrisco delle massicciate ferroviarie), raccolti presso alcuni cantieri di RFI, gestiti dalla società ARMAFER s.r.l., fittiziamente destinati alla società FONTEDIL s.r.l. e smaltiti illegalmente su fondi agricoli individuati in Villa Literno (CE) e Guardiaregia (CB). A tal riguardo il legale dell’Armafer precisa che «l’azienda da lui rappresentata non è coinvolta e non è attinta da nessuna misura».
-il secondo riguarda la gestione di complessive 1000 tonnellate circa di rifiuti speciali (imballaggi in plastica, carta e cartone e rifiuti misti), provenienti da impianti di recupero della provincia di Latina e dal CIS di Nola, fittiziamente destinati alla società BEMA s.r.l. di Villa Literno (CE), ma in realtà rivenduti ad ignari acquirenti. ( foto di repertorio)