In un periodo di copia e incolla, cosa che non depone assolutamente a favore di chi si sta preparando alla tornata elettorale del 2018, vi assicuriamo ve ne sono molti e tutti agguerriti, abbiamo voluto utilizzare la frase pronunciata dal patriota Antonio Sciesa (detto Amatore). Eroe del risorgimento che la sera del 30 luglio 1851 venne arrestato in corso di Porta Ticinese, in possesso di manifesti inneggianti la ribellione al regime, dalla polizia austroungarica che, dopo un processo lo condannò alla pena capitale con l’accusa di avere affisso alcune copie di stampo sovversivo in via Spadari, a Milano. Frase che il giovane meneghino disse prima di arrivare sul luogo della fucilazione per la mancanza del boia defunto alcuni giorni prima. Episodio che è riportato nei libri di storia quale esempio di eroismo e di attaccamento ai valori della Patria, parola alquanto sconosciuta a chi vuole scendere in campo quale competitor alle elezioni. Frase che che ha un significato del tutto differente dalle promesse e i proclami che fanno intravvedere ingannevolmente tempi migliori in una realtà spersonalizzata e senza midollo; eppure molti la utilizzeranno. Un utilizzo che serve e servirà a creare ancora di più sconcerto nell’elettore che cerca di capire qual è la scelta giusta da fare, anche se molti sono pronti a disertare i seggi e di conseguenza a far aumentare le schiere degli astensionisti unico partito vincente in molte elezioni. Le quali, come abbiamo avuto modo di scrivere in altri articoli, hanno creato disaffezione e non attaccamento al credo politico.
Un non credo che aumenta a dismisura specialmente quando ci si accorge di aver già ascoltato “gli obiettivi” che si vogliono raggiungere. Insomma una sorta di “aria fritta e rifritta” come si dice nel gergo comune, che allontana il cittadino dai valori della politica; ecco perché abbiamo titolato l’articolo con le parole di Sciesa. Le quali, invece, dovrebbero essere il monito ad andare avanti non in modo demolitivo ma costruttivo altrimenti i responsi delle urne daranno ragione ancora una volta alla regola matematica che: invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia, e questo, per i Molisani, sarebbe certamente una sconfitta.
Massimo Dalla Torre