Nel giorno in cui la Banca d’Italia, presentando il suo rapporto sul Molise, tratteggia un quadro a tinte fosche sull’occupazione, la Regione Molise, senza alcun indugio, deve immediatamente attivarsi per salvaguardare le produzioni e i livelli occupazionali dello stabilimento ex Fiat di Termoli. Prima, non dopo, che Stellantis presenti il nuovo piano industriale, che sta suscitando timori diffusi in tutta Italia, non solo tra le maestranze impiegate in Molise, così come denunciato a gran voce dai sindacati di categoria.
A tal fine, per porre la questione al centro dell’agenda politica, sto per depositare una specifica mozione in Consiglio regionale, per impegnare il Presidente Toma, d’intesa con tutte le Regioni interessate da una possibile rimodulazione al ribasso, a riportare in tutte le sedi nazionali le preoccupazioni legate alle ipotesi di contrazione delle produzioni, contestualmente chiedendo l’audizione in Seconda Commissione delle parti datoriali e sindacali della fabbrica termolese.
Già in questi giorni alcune attività dell’indotto (pulizie, illuminazione e movimentazione) sono state ridotte e alcune, pare, saranno addirittura tagliate, come l’appalto per la manutenzione del verde.
E fino all’80% della forza lavoro, la prossima settimana potrebbe essere posta in cassa integrazione.
È questo, dunque, il momento di agire e far sentire il peso della politica, che non può, non deve restare inerme e silente, lasciando l’azienda libera di avviare un processo di ridimensionamento, che provocherebbe una catastrofe sociale ed economica, se i timori sul nuovo piano industriale dovessero essere confermati.
Nello stabilimento di Melfi si va già verso la chiusura di una linea produttiva, con la conseguente rimodulazione in negativo del personale impiegato, da Pratola Serra, parimenti, non giungono buone notizie, mentre a Termoli, dopo il rinvio della partenza del nuovo motore ibrido GSE, aumenta la cassa integrazione anche sulla linea dei cambi, così come nelle altre sedi produttive impegnate soprattutto nella meccanica, che più rischiano nel processo di riconversione all’elettrico.
A questo si aggiunge la forte contrazione del mercato dell’auto e gli investimenti, già programmati, che non guardano più all’Italia, ma agli Stati Uniti e alla Polonia, dove sembra saranno concentrate le produzioni dei nuovi propulsori ibridi e full electric, oltre ad una parte di motori di “vecchia generazione” attualmente prodotti nel nostro Paese. Senza dimenticare che il passaggio all’elettrico, comporterà anche una contrazione dei cambi meccanici, di cui Termoli è sempre stata leader.
Dunque, molto prima che Stellantis sveli le sue intenzioni e presenti il nuovo piano industriale senza più possibilità di confronto, deve nascere, auspico dal Molise attraverso la mozione che sto per presentare in Consiglio Regionale, un coordinamento politico, sindacale e territoriale tra Termoli, Melfi e Pratola Serra che dialoghi e interessi tutti i Ministeri competenti confrontarsi con il Gruppo Stellantis, programmando insieme il futuro della produzione automobilistica in Italia, anche alla luce dei possibili aiuti statali derivanti dalle risorse nazionali ed europee, che andranno concessi solo e soltanto se ci sarà un impegno preciso, certo e formale sulla riconversione ed adeguamento delle produzioni di motori e cambi.
Nell’attesa di un cenno di interesse da parte della Regione Molise, da parte mia, sto ascoltando i sindacati e le maestranze per individuare le azioni utili e mi sono già attivata per le vie brevi presso il Ministro del Lavoro Orlando, chiedendo l’avvio di un confronto con tutte le parti interessate.
Agiamo insieme, presto e bene, prima che sia troppo tardi.