di Stefano Manocchio
Molti dei personaggi intervistati finora hanno ‘cambiato vita’ dopo la carriera cestistica, alimentando la loro professionalità in altri ambiti lavorativi. Vittorio Maj comunque ha mantenuto un ambito ‘sportivo’: è passato, infatti, dalla pallacanestro alla vela e di questa seconda passione ha fatto appunto un mestiere. Ai tempi d’oro del basket campobassano faceva parte del gruppo dei ‘ragazzi terribili’, i più giovani del roster rossoblù; fatto che non gli ha impedito di ‘veleggiare’ ( è il caso di dirlo) per quattro anni tra la B2 e la cosiddetta B1. Partiamo con le domande.
Si può tracciare un bilancio del ‘periodo campobassano’?
“Sono stati quattro anni molti belli e ad alto livello: due campionati di B2 e 2 di B1 ed in squadra c’erano Castorina, Campiglio, Basso Lanzone, Trotti ed altri ancora. Eravamo forti nel complesso ma mancavano i lunghi e, quindi, deboli sotto canestro eppure rischiammo di vincere subito il campionato, arrivammo secondi dopo Montegranaro che fu l’unica promossa, i playoff non esistevano ancora. Il discorso si consolidò sull’asse tra il presidente Franco Di Placido e Sergio Di Vico, dopo le Foreste Molisane arrivò lo sponsor ‘forte’ de La Molisana. In squadra c’erano Pastorello, Gatti e Gatto, capitan Romito, Masolo e Franco e l’allenatore era Martinoia: era un team per vincere. Giocai bene fino a dicembre; poi ebbi un grave incidente e persi quasi tutto il campionato, giocando qualche scampolo di partita alla fine, ma non sono più tornato in campo con la forza di prima. Abbiamo giocato contro Varese, Trieste, la B1 era una sola e piena di squadre forti; quelle blasonate, si sa, rimangono e ritornano ai livelli alti, le altre salgono scendono. Nel basket sono 6 o 7 giocatori a fare risultato e gli infortuni sono determinanti per la carriera; dopo il prestito a Palermo in B2 sono tornato a Campobasso in B1, ma ho avuto anche l’incidente con la moto e perso una falange e non è stato più come prima, perché a novembre sono andato via senza giocare e sono passato con il Matera in B2.”.
Come è proseguita la carriera dopo Campobasso?
“Sono andato a giocare a Palermo, Matera, San Severo, sempre in B2 ma ho avuto molti infortuni che hanno limitato le mie possibilità di una lunga carriera; poi alcuni anni a Termoli, ad Apricena dove vincemmo la C1: ho giocato poco ma vinto molti campionati. I ricordi della pallacanestro sono belli: chiunque faccia sport ad un certo livello ricorda poi quegli anni giovanili”.
E dell’ambiente che circondava la squadra rossoblù, ma anche della città in generale, cosa possiamo dire?
“La città era fin troppo tranquilla, non c’erano locali in cui andare la sera, forse ad eccezione di ‘Poldo’ ( poi il City Label) per il resto non c’era nulla; la squadra era però molto seguita e avevamo anche un bel seguito femminile, questo lo ricordo bene. Il tifo intorno al Nuovo Basket Campobasso era molto sentito e il Palavazzieri era sempre pieno, noi quasi sempre vincenti. Piacevo ai tifosi perché avevo un gioco particolare”.
Può tornare il grande basket maschile a Campobasso?
“Ci vogliono un gruppo forte e finanziamenti adeguati per creare una squadra competitiva con un discorso a lungo termine; ci vuole anche un impianto nuovo perché il Palavazzieri sarebbe inadeguato adesso; la mia impressione è che a Campobasso finì tutto perché finì all’improvviso quel gruppo che aveva creato un discorso vincente e probabilmente non c’erano più neanche i soldi disponibili per andare avanti. Negli Anni’90 e nel periodo di Mani Pulite la crisi economica è stata enorme ed ha portato ad una forte riduzione dei finanziamenti delle sponsorizzazioni e molte società sono scomparse. Ora è tutto diverso e senza quello che ho detto in premessa, diventa difficile ricostruire quel percorso di successi”.
Un episodio bello di quel periodo?
“Sicuramente la vittoria del campionato di B2 e l’approdo in B1; ai playoff vincemmo la pima di un soffio, perdemmo la seconda e a Campobasso la terza fu un trionfo. Fu il coronamento di grossi sacrifici e di 10 mesi di grande lavoro. Sono stati anni belli, li ricordo con gioia”.
Vittorio Maj non ha più contatti con la pallacanestro: ma quel ‘basket’ forte lo ricorderà sempre e sempre lo emozionerà.
Ringrazio il Comitato Regionale del Molise dell’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo che, nella persona di Michele Falcione, mi sta dando un grande aiuto nel contattare i personaggi che poi andrò ad intervistare.