Termoli Bene Comune / proroga del blocco di tutte le prestazioni sanitarie: a che gioco giochiamo con la sanità?

La Regione ha diramato la notizia della proroga del blocco di tutte le prestazioni sanitarie non urgenti fino al 17 maggio p.v. Dire che questa decisione è ingiustificata e incomprensibile è davvero un eufemismo: la realtà è che essa mette seriamente a rischio la salute dei molisani, e specialmente della popolazione bassomolisana, che dai primi di marzo ha visto serrarsi le porte dell’unico presidio ospedaliero della zona.


Cosa abbiano in mente i decisori in materia di sanità non è dato sapere ufficialmente; come Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra vogliamo però mettere in chiaro alcuni incontestabili dati di fatto che gettano una luce sinistra sul tipo di tutela della salute che possiamo aspettarci.
Punto primo: Il Molise è sicuramente tra le regioni italiane che non hanno vissuto una vera e propria emergenza Covid (grazie a Dio!), e in particolare Termoli ha visto soprattutto casi provenienti da altre regioni o altri Comuni. Siamo anche riusciti, grazie all’accortezza della direzione, a salvare i nostri anziani della locale RSA, evitando le stragi del Nord e le morti verificatesi altrove in regione. Una situazione piuttosto tranquilla, dunque, dove nulla ha giustificato l’interruzione delle prestazioni ambulatoriali, dei controlli, degli interventi programmati neanche a marzo, figuriamoci ora.


Punto secondo: in regioni con numero di casi più alto, che si collocano nella fascia media di gravità del contagio, come la Puglia, le attività ambulatoriali sono tranquillamente proseguite, con le dovute cautele e previo appuntamento singolo per evitare code e presenza multiple. E parliamo di strutture miste, dove si curano anche pazienti Covid, mentre il San Timoteo non lo ha mai fatto. E non ci si dica che tutto è dovuto alla necessità di sanificare tutto e di proteggere il personale: con questo metodo in Piemonte e in Lombardia avrebbero dovuto chiudere tutte le strutture fino al giorno del giudizio.


Punto terzo: l’interruzione così prolungata delle attività quotidiane sta causando come logica conseguenza un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione molisana, oltretutto mediamente anziana, specie nell’area di Termoli e comuni limitrofi, dove non esiste neanche una struttura alternativa a cui rivolgersi. E sappiamo tutti quanto la prevenzione sia ancora più indispensabile della cura.
Punto quarto: Qual è la ragione per la quale non si è proceduto, pur avendone la possibilità con le procedure di emergenza, ad assumere uno o più anestesisti, stante la cronica carenza nel nostro ospedale, che costringe i pochi rimasti a turni assurdi e a costosissimi straordinari? Non occorre avere esperienza di amministrazione di aziende sanitarie per capire che alla ripresa dell’attività quotidiana ci sarà un sovraccarico di lavoro per gli interventi bloccati precedentemente… sempre che si voglia riaprire. Ciò che è successo in questi anni, con il progressivo, vergognoso svuotamento del San Timoteo, fa nascere pensieri davvero bui sulla possibilità di essere curati, e soprattutto sulle intenzioni del governo regionale e dell’ASReM.


Riassumendo: è evidente che tutta la gestione della situazione è stata dilettantesca e poco efficace; quello che è gravissimo è che il diritto alle cure e alla tutela della salute continua ad essere sospeso, con buona pace della Costituzione e senza nessuna reale emergenza che possa giustificare questa sospensione.


Siamo davvero stufi, signor presidente della Regione e signor Direttore Generale ASReM.
Non sembra che abbiate imparato la dura lezione del Coronavirus, cioè che è il sistema sanitario pubblico che salva un paese, e che gli ospedali non devono più essere chiamati aziende, perché la logica aziendale non c’entra nulla con la salute.


Non sembra abbiate capito quello che perfino il Fondo Monetario Internazionale (non esattamente un ente di beneficenza o un partito di sinistra!) sta ripetendo: occorre investire in medici, infermieri, ospedali (pubblici) per superare la crisi pandemica ma soprattutto per mettere i cittadini al sicuro e consentire all’economia di ripartire.  


Forse eravate troppo occupati a pensare ad altro, disinteressandovi di strutturare in modo adeguato e funzionale il già vessato Sistema Sanitario Regionale… ma dovrete rendere conto ai cittadini di ciò che state sottraendo loro senza motivazione alcuna. Cittadini che non sono più disposti a pagare per un debito in continua crescita, cui si accompagna l’impossibilità di curarsi.

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