Anche quest’anno il sistema sanitario regionale, nel periodo estivo, mostra tutti le sue carenze e gli stessi fallimenti degli anni precedenti. Limiti acuiti particolarmente in alcuni territori che assistono ad un forte incremento della popolazione nel periodo estivo. In queste zone, i tagli di risorse e di personale si fanno sentire ancora di più creando vere e proprie situazioni rischiose e pericolose per l’utenza. Si pensi al Pronto soccorso di Termoli, ad esempio, che in questo periodo fronteggia l’emergenza sanitaria, senza Triage notturno, con due soli infermieri e un ausiliario. In questo agosto, mediamente, una così esigua forza lavoro ha dovuto governare in media circa 160 accessi nell’arco delle 24 ore.
Assistiamo ad un copione già visto! Se andiamo a riprendere, infatti, i dati degli anni passati sulla questione, sembra davvero che le problematiche sull’offerta sanitaria in Molise siano rimaste pressoché identiche! Con l’aggravante, però, che la popolazione continua ad invecchiare e ad ammalarsi, la crisi aumenta e i cittadini rinunciano a curarsi o a fare prevenzione perché non possono sostenere i costi di ticket, super ticket e di tutte le ulteriori spese. Paradossalmente per alcune prestazioni è economicamente più vantaggioso ricorrere a strutture private! Quello che accade a causa della carenza di personale fa alzare un grido il allarme degli operatori sanitari che si recano a lavoro spinti dallo spirito di altruismo di solidarietà verso il prossimo, ma nonostante tutti gli sforzi profusi per dare assistenza adeguata ai malati si trovano impossibilitati a fornire le giuste attenzioni a chi soffre in un letto di ospedale (quando c’è posto)! Un caso del quale non si parla spesso ma che ha una sua sofferenza è la situazione assistenziale del carcere di Larino, superaffollato, ma nonostante ciò con personale sanitario in sottorganico, tanto che vengono organizzati addirittura turni di compresenze con orari parziali rispetto a quelli ordinari. Tutto questo dimostra, ancora una volta, che c’è una totale ingovernabilità del settore, oltre al sempre presente rischio di non poter rispettare adeguatamente i LEA (livelli essenziali di assistenza). Il riproporsi di questi deficit e la consapevolezza del difficile momento, congiunto alle notorie problematiche socio-economiche e sanitarie dalla popolazione molisana, ci pongono in allarme rispetto ai ritardi nell’attuazione di un’adeguata riorganizzazione del servizio sanitario.