Ancora una volta la UIL denuncia le criticità non ancora rimosse nella sanità e che ne impediscono l’efficienza. La ingovernabilità del settore, la non corretta definizione del setting assistenziale, il deficit di Bilancio ormai cronico che aumenta vertiginosamente, gli sprechi, le inefficienze, i tetti di spesa che non tengono conto del fabbisogno reale della popolazione residente, il fatturato solitamente più alto della produzione, le risorse pubbliche assorbite dal settore privato elevate rispetto alla media nazionale, la mancanza di governo delle prestazioni erogate dalle strutture private, la quasi inesistenza di accordi di confine per l’accreditamento dei posti letto per la mobilità attiva, la inadeguatezza di alcune prestazioni, i contratti di fornitura spesso in regime di proroga. E ancora l’insufficiente assistenza domiciliare per anziani che risulta nettamente inferiore all’atteso, l’assistenza territoriale e quella domiciliare presente a macchia di leopardo, i presidi territoriali di assistenza insufficienti, le RSA quasi totalmente assenti, l’insufficiente dotazione di posti letto presso strutture residenziali che erogano assistenza psichiatrica o presso strutture residenziali destinate alla popolazione anziana non autosufficiente, la quasi inesistenza di strutture semiresidenziali per disabili, il ticket più alto d’Italia al quale si aggiunge un super ticket di €10,00 e ulteriori €4,00 per i pacchetti ambulatoriali oltre all’incremento dell’IRPEF, il personale assistenziale insufficiente perché ridotto del 7,5% negli ultimi anni, la prevalenza di personale precario, il commissariamento della sanità Molisana, la riduzione dei posti letto nelle strutture pubbliche, la spesa che continua a crescere ma l’offerta sanitaria non migliora, non si sono ridotte le liste d’attesa, è economicamente più vantaggioso il ricorso a strutture private o a quelle fuori regione incrementando la mobilità passiva e spesso la insostenibilità economica delle cure induce i cittadini a rinunciarci.Dopo un anno, finalmente, è stato deciso chi deve sedere sulla poltrona di direttore sanitario ma intanto, nessuno si accorge che per questi tentennamenti si rischia di perdere importanti finanziamenti per la ricerca scientifica, perché in assenza del direttore sanitario non può essere nominato il Comitato Etico di cui il Direttore Sanitario è Presidente di diritto. Questi finanziamenti possono risultare particolarmente utili per l’Università di Medicina, e per la Fondazione Giovanni Paolo II (ex Cattolica) centri di eccellenza che grazie all’allestimento scientifico tecnologico in dotazione potrebbero rappresentare il nostro fiore all’occhiello nel campo della specialistica e della ricerca scientifica, e beneficiare del finanziamento Horizon 20/20 per la ricerca, utilizzando i nostri giovani talenti piuttosto che vederli emigrare all’estero alla ricerca di un lavoro! Questo è lo scenario della sanità Molisana e se non si eliminano queste molteplici criticità non potrà migliorare. Ancora una volta la UIL FPL urla: COSI’ NON VA! Così come dice lo slogan del nostro sciopero generale del prossimo 12 dicembre, a Termoli. I continui Piani di rientro non hanno sino ad ora portato a significative azioni di riordino né sono migliorati i livelli assistenziali, anzi sono addirittura peggiorati! L’esigenza di riorganizzazione del Servizio Sanitario attraverso la proposta dell’atto aziendale predisposto dall’Asrem, per mano di chi è nominato dalla politica, non può dimenticare tutto ciò! Il concetto di sostenibilità economica del sistema sanitario non vuol dire riduzione delle prestazioni ma riorganizzazione di un sistema in termini di efficienza e con la sinergia e il potenziamento di tutte le risorse sul territorio. Se da un lato si chiudono delle attività ospedaliere, dall’altro vanno potenziate altre per evitare un aumento inappropriato dei ricoveri. Più che decidere “CHI” deve operare, Pubblico o Privato, bisogna riflettere su “COME” operare in sinergia,ed è questo il vero limite di tutti i tentativi di riorganizzazione. Oggi la sorte della Sanità pubblica è legata alle capacità riformatrici dei politici e degli operatori della salute, ma per garantire la sostenibilità del SS Universalistico vanno messi da parte obiettivi conflittuali di alcuni portatori di interessi, per riorganizzare un sistema finalmente finalizzato al miglioramento dell’offerta assistenziale e alla salvaguardia della natura pubblica del servizio sanitario. Se vero cambiamento non ci sarà, nel servizio sanitario pubblico con sempre meno posti letto ci si potrà ricoverare solo in piedi! Mentre per essere presi in carico dal servizio sanitario Molisano sarà necessario esibire un certificato di sana e robusta costituzione, tutti gli altri restino a casa! Se credete anche voi che “COSI’ NON VA’” venite a urlarlo insieme a UIL e CGIL allo sciopero generale venerdì 12 p.v. a Termoli!
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