“Ben vengano le iniziative di chi vuol contribuire a scongiurare i tagli indiscriminati alla giustizia nella nostra regione, purché coordinate da figure autorevoli, credibili e cristalline”. Lo afferma Alfredo D’Ambrosio dopo aver assistito, già da qualche settimana, alla creazione di comitati, più o meno spontanei, miranti a uno stop del progetto di revisione della geografia giudiziaria del ministro Orlando, che cancellerebbe in un sol colpo la Corte d’Appello di Campobasso e metterebbe a fortissimo rischio di sopravvivenza i tribunali di Isernia e Larino.
“Da circa un mese – ricorda l’ex senatore – mi sono permesso di intervenire sommessamente per segnalare all’opinione pubblica e alle principali istituzioni regionali la necessità di esaminare attentamente la riforma elaborata dal ministro della Giustizia. Una riforma che ritengo non condivisibile, poiché tiene conto soltanto dei criteri di estensione del territorio e del numero degli abitanti. In varie occasioni ho, con grande modestia, consigliato di intraprendere iniziative forti, per dare un segnale preciso al Guardasigilli. Ho, ad esempio, suggerito di coinvolgere i cittadini di tutta la regione in un’azione congiunta capace di scongiurare, una volta per sempre, tagli e soppressioni di altri servizi. Un’azione coordinata e mirata, civile e pacifica, che comprenda politica, sindacati, associazioni, cittadini. Bisognava già convocare i sindaci di tutti e 136 i comuni del Molise, così da trattare insieme i temi cruciali per la sopravvivenza della regione. I sindaci devono essere impegnati a coinvolgere le popolazioni da loro amministrate, a tutti i livelli. In tal modo – continua D’Ambrosio – potrebbero scaturire iniziative da portare a Roma, quali petizioni, mobilitazioni pacifiche, ecc. Bisogna far sentire forte la nostra voce al ministro Orlando, tutti insieme: oltre ai 136 sindaci, penso ai due presidenti delle Province, ai sindacati, alle associazioni di volontariato, ai rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati. A tutto quel tessuto sociale, insomma, che possa animare un comitato permanente, formato da persone di spessore e competenti sul tema della giustizia, evitando di dare spazio ad avventurieri e personaggi che sono in cerca di visibilità politica o di altro genere, e che si spacciano in maniera autoreferenziale per rappresentanti di cose che nemmeno si riescono a capire”.
“Ritengo, insomma – precisa l’ex parlamentare – che vadano assunte iniziative con serietà e determinazione, al fine di poter ambire a un appuntamento col ministro per ridiscutere le ragioni della riforma. Per presentarci in tali contesti, tuttavia, abbiamo bisogno di persone che godano di indiscussa stima sociale e di grande credibilità. Spero di essere stato chiaro e di aver contribuito a far luce su una questione in cui il Molise non può permettersi passi falsi. Ben vengano – conclude D’Ambrosio – comitati e movimenti di cittadini, ma affidabili al di là di ogni ragionevole dubbio. Una proposta che credo possa suscitare interesse è quella relativa al referendum abrogativo della legge 155 del 2012, che ha avviato il riordino della geografia giudiziaria, come sottolineato nella lettera aperta dei tre Consigli dell’Ordine degli Avvocati del Molise ai parlamentari regionali e al presidente della Regione”.
Alfredo D’Ambrosio
Tagli della giustizia. D’Ambrosio: ben venga l’appoggio dei comitati
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