La nostra Regione vanta crediti storici nei confronti dello Stato che sono rimasti inevasi, dal mancato ristoro per i giacimenti di gas di Rotello veicolati su Colleferro, ai milioni di metri cubi di acqua stornati alla Campania dalle sorgenti del Biferno e del San Bartolomeo, fino allo sbarramento sul fiume Tammaro che alimenta la diga di Campolattaro, o alle mancate compensazioni dalla Puglia per l’invaso di Occhito e dell’Abruzzo per la diga di Chiauci e le acque del Trigno. Tutte le promesse degli anni sessanta sul collegamento trasversale a doppia corsia lungo 160 km tra Napoli e Termoli, sulla direttrice ferroviaria veloce Bari – Campobasso – Roma, sullo sviluppo turistico del Matese ad opera del Ministero delle Partecipazioni Statali e dell’IRI, sulla Fortorina che avrebbe dovuto collegare Benevento a Termoli, o sul completamento rapido della Fondovalle del Sangro, sono rimaste nei cassetti ministeriali. Perso il treno degli anni d’oro in cui la Cassa del Mezzogiorno finanziava opere infrastrutturali fondamentali, il Molise è alle prese con una serie di cattedrali nel deserto o incompiute che vanno dall’invaso di Arcichiaro a Guardiaregia al nuovo Ospedale di Agnone, dall’interporto di Termoli alle opere di completamento della Diga di Chiauci, dal raddoppio ferroviario Termoli – Lesina alla miriade di aree PIP senza fabbriche ma piene di svincoli e raccordi. Questo scenario è difficile che muti con i chiari di luna di questo periodo, la situazione di dissesto in cui versano le Province, i tagli draconiani assestati a danno dei Comuni, la crisi in cui versano gli Enti Sub-Regionali, i Nuclei Industriali, i Consorzi di Bonifica, l’ARPA, gli Istituti Case Popolari, l’azienda speciale Molise Acque, e gli Enti per il Turismo.
Con le Comunità Montane chiuse e le Unioni dei Comuni mai decollate, con la fuga dell’Enel, i tagli di Poste e Ferrovie, l’arretramento della Telecom e dell’Anas, e con l’accorpamento del Molise ai Compartimenti di Napoli, Bari, Ancona, Roma o Pescara, c’è poco da stare sereni. In un contesto simile la Regione Molise ha il dovere di svolgere un ruolo istituzionale autorevole, credibile e di forte determinazione a tutela dei cittadini e del proprio territorio. Ha l’obbligo di aprire un negoziato straordinario con lo Stato per evitare il tracollo economico e la desertificazione sociale. Per farlo non può permanere nella drammatica condizione amministrativa in cui versano i Dipartimenti, le Direzioni dei Servizi, gli Uffici e gran parte degli Enti, Istituti, Consorzi, Agenzie e Aziende Speciali che transitano da un commissariamento all’altro galleggiando senza costrutto. Con un debito stratosferico ed una crisi di liquidità impressionante la Regione Molise può permettersi di non avere un Direttore di Dipartimento e di avere un Direttore Reggente del Servizio Bilancio ? Il Presidente della Giunta informi con urgenza il Consiglio Regionale sull’assetto complessivo dell’Amministrazione e degli Enti collegati, e indichi un percorso capace di restituire una funzionalità istituzionale al Molise senza indugiare nell’illusoria ipotesi che un nucleo ristrettissimo di persone possano svolgere più funzioni dirigenziali e commissariali.
Michele Petraroia