A chiudere la prima edizione di Suoni di minoranza, il festival sulle musiche delle minoranze linguistiche, il 16 agosto, a San Costantino Albanese, sarà Giuseppe “Spedino” Moffa che, con la sua band, renderà omaggio in realtà a tutta la cultura di una regione, anche nelle sue componenti arberesh, attraverso un appassionato omaggio a Eugenio Cirese.
Figura centrale nella storia culturale del Molise, Eugenio Cirese ha dedicato alla sua terra gran parte della propria opera, sostenuta dalla solidale partecipazione alla causa dei contadini dei quali ha raccolto, con grande perizia filologica, anche le voci e i canti, inclusi quelli delle comunità arberesh di Ururi e Portocannone, ritenuti componenti imprescindibili di una identità regionale formatasi nei secoli per sovrapposizioni e intrecci tra culture diverse. Alla sua opera si è accostato Giuseppe “Spedino” Moffa che, figlio della stessa terra, ne ha colto appieno la ricchezza tematica e l’estrema vivacità linguistica ed espressiva, trasponendone in musica alcune delle pagine più significative, compresi alcuni canti arberesh, tra i più emozionanti del suo ultimo disco, “Uauà. Omaggio in musica ad Eugenio Cirese”. Come già nelle pagine del grande antropologo, anche nei brani di Moffa si avverte così l’eco della vita quotidiana dei paesi molisani, in virtù della stessa adesione sentimentale alla causa di quei “ceti subalterni” che costellano la biografia intellettuale del ricercatore e poeta che, per la modernità del suo approccio al mondo popolare, si era guadagnato la stima di Pier Paolo Pasolini.
Nella comune appartenenza a una stessa cultura e tradizione, del resto, si trovano le ragioni più profonde di un incontro inscritto per molti versi nella formazione stessa di Giuseppe “Spedino” Moffa, a sua volta studioso delle tradizioni musicali molisane, compositore, polistrumentista e cantautore, indissolubilmente legato alla sua terra, anche quando sembra volersene distaccare, abbandonando l’uso del dialetto. Non stupisce pertanto che abbia voluto rinnovare la tensione utopica della ricerca ciresiana, fino a riprenderne anche il tentativo di costruire una koiné linguistica molisana attingendo alle forme etimologiche comuni tra i diversi paesi.
Con questo concerto chiude la prima edizione di Suoni di minoranza che, in realtà, è solo l’avvio di un progetto molto più ambizioso, Il Borgo dei Suoni, finanziato dalla Regione Basilicata e promosso dal comune di San Costantino Albanese che ha stretto attorno a sé partner di grande rilievo, come il Club Tenco, l’editore Squilibri, Altipiani eventi e turismo e l’associazione culturale Altrosud che insieme daranno vita a un ambizioso programma di iniziative che prevede, tra l’altro, una scuola internazionale di etnografia audiovisuale realizzata con l’Università di Milano, la realizzazione di un Archivio Sonoro Arbëresh, un ciclo di incontri con autori di grande prestigio sul piano culturale, un concorso per le scuole della regione e molto altro ancora.